Secondo gli ultimi dati ISTAT presentati il 3 dicembre 2019 in riferimento alla produzione editoriale in Italia nel 2018, nel mondo editoriale italiano ci sono due forti polarizzazioni strutturali: una riguarda la dimensione e la tiratura degli editori attivi, l’altra la concentrazione geografica di questi.
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Nel 2018 più della metà degli editori attivi sono piccoli editori (con un numero massimo di 10 titoli pubblicati all’anno), circa il 30% sono medi editori (da 11 a 50 titoli pubblicati all’anno) e il restante formato dai grandi editori (con più di 50 titoli pubblicati all’anno). Nonostante le percentuali quasi l’80% della produzione e il 90% della tiratura in Italia viene coperta dai grandi editori. I piccoli editori sembrano orientarsi verso una precisa specializzazione; oltre il 66% degli editori specializzati sono piccoli editori. Sono invece i grandi editori a investire nel mercato del libro digitale pubblicando più del 90% degli e-book in commercio. |
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In venti anni si è notato un aumento dei titoli pubblicati (nel 2018 sono stati pubblicati oltre 75.000 titoli) ma si riduce la tiratura complessiva. Si punta più sulla novità (oltre il 60% dei titoli sono “prime edizioni”) che sulla longevità (ristampe, edizioni successive ecc.), riducendo anche il numero delle tirature per contrastare l’effetto dell’invenduto. L’editoria per adulti occupa più del 78% del pubblicato, le opere scolastiche toccano il 13% mentre l’editoria per ragazzi risulta in aumento rispetto agli anni precedenti stabilizzandosi al 9%. Tra i libri per adulti i materiali più pubblicati sono i testi letterari (narrativa, poesia, teatro), seguiti da titoli di argomento religioso, storico, legislativo, pedagogico e didattico. Le opere straniere tradotte in italiano sono il il 40% nella narrativa per ragazzi mentre non raggiunge il 20% nell’editoria degli adulti.
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Ci sono numerosi canali di distribuzione libraria oggi: a primeggiare sono le librerie (di catena o indipendenti), seguite dai canali di distribuzione online, gli eventi (fiere, festival, saloni della lettura), la grande distribuzione organizzata (supermercati e grandi magazzini) e i punti di vendita generici (edicole, cartolerie, autogrill ecc.).
Oltre la metà degli editori attivi ha partecipato nel 2018 a saloni o festival letterari in Italia e/o all’estero e si è dedicato all’organizzazione di convegni, conferenze, seminari o festival letterari. Diverse case editrici, soprattutto medi editori, organizza nel corso dell’anno iniziative di educazione alla lettura nelle scuole, nelle biblioteche o nelle librerie oppure corsi di formazione. Sempre maggiori sono gli editori che introducono nelle loro attività collaterali la possibilità del self-publishing e del print on demand, fenomeno che negli ultimi anni ha ottenuto un incremento non indifferente. Altro servizio collaterale in crescita è la ristampa just in time di piccoli stock utili per i titoli a bassa rotazione.
Aumenta rispetto agli anni precedenti l’attenzione soprattutto dei grandi editori per alcune attività funzionali che accompagnano il processo produttivo di un’opera: dallo scouting editoriale per la ricerca di nuovi autori al supporto agli autori nella redazione dei manoscritti, dalla revisione alla correzione delle bozze e la cura della grafica.
Secondo i dati ISTAT solo il 25 % degli editori attivi aderisce a un’associazione di settore principalmente per rimanere informati e aggiornati sulle novità normative e commerciali e per fare rete con operatori della medesima dimensione d’impresa e rappresentare con più forza istanze contro le istituzioni.
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Oltre il 50% degli editori attivi ha sede nel Nord del Paese, in special modo in Lombardia, il 30% al Centro, in special modo nel Lazio e il restante 18% ha sede nel Sud e nelle Isole. Le città con la più alta concentrazione di case editrici sono Milano e Roma che da sole contengono quasi un quarto degli editori attivi. |


