L’aumento del numero e delle tipologie di documenti pubblicati e il desiderio delle agenzie nazionale di realizzare bibliografie sempre più accurate portò l’IFLA, International Federation of Library associations and institutions a indire nel 1961 una conferenza sui principi internazionali di catalogazione a Parigi. Da questa conferenza nacquero i Principi di Parigi che avrebbero poi di fatto regolato le successive revisioni dei codici di catalogazione di molti paesi.
I Principi di Parigi sottolineano l’importanza della descrizione della manifestazione per poterla distinguere da altre manifestazioni e la necessità di standard condivisi per lo scambio di informazioni bibliografiche tra agenzie nazionali e internazionali. Per rispondere a queste nuove esigenze nel 1969 l’IFLA organizzò un incontro con i massimi esperti di catalogazione e in questa sede vennero identificati i componenti di una descrizione bibliografica, l’ordine in cui dovevano essere elencati e la punteggiatura necessaria. Nel 1974 vennero pubblicati gli ISBD M (International standard of bibliographic specifici per le monografie), a cui seguirono ISBD S per i periodici, ISBD CM per il materiale cartografico, ISBD NSM per i materiali non librari, ISBD A per i libri antichi, ISBD PM per la musica a stampa e ISBD ER per i computer file. Con lo scopo di garantire maggior omogeneità nelle soluzioni utilizzate a livello descrittivo e di offrire un unico punto di riferimento nel 2011 è stata pubblicata l’edizione di ISBD Consolidated edition (tradotta in italiano nel 2012).
L’ISBD distribuisce le informazioni che costituiscono la notizia bibliografica in nove aree consecutive la cui posizione non può essere cambiata, e utilizzano segni di punteggiatura standard per indicare l’inizio di un’area informativa e per contrassegnare gli elementi all’interno di questa. Questo permette di identificare gli elementi della descrizione bibliografica anche se scritti in una lingua diversa dalla propria e allo stesso tempo getta le basi per la creazione di programmi informatici per la rappresentazione dell'informazione bibliografica.
Le aree ISBD
- Formazione del contenuto e tipo di supporto (libro, audiolibro, elettronico ecc.)
- Titolo e formazione responsabilità
- Edizione
- Materiale e tipo di risorsa
- Pubblicazione, produzione, distribuzione
- Descrizione materiale
- Serie e risorse monografiche multiparte
- Note
- Identificatore della risorsa e condizioni di disponibilità
La possibilità di avere un “linguaggio comune” e nuove tecnologie che favoriscono la circolazione dei dati tra agenzie nazionali e internazionali ha portando l’IFLA a perseguire con più vivacità l’obiettivo di una costituzione di un sistema di controllo e scambio delle registrazioni prodotto dalle agenzie bibliografiche. Nel 1973 viene sviluppato UNIMARC (UNIversal MAchine Readable Cataloguing), un formato standard basato sulla versione MARC (Machine Readable cCtaloguing) ideata nel 1965 da un team di esperti della Library of Congress e compatibile con ISBD. UNIMARC è un formato comune, conforme a ISO 2709, che consente a tutti i software di gestione di riconoscere e importare i dati bibliografici.
I 10 blocchi UNIMARC
- 000 - Blocco di identificazione
- 100 - Informazione codificate
- 200 - Informazioni descrittive
- 300 - Note
- 400 - Legami tra registrazione
- 500 - Titoli collegati
- 600 - Accessi semantici
- 700 - Accessi responsabilità
- 800 - Fonte di origine
- 900 - Blocchi liberi per necessità locali
Sembrano esserci tutti gli elementi per realizzare il sogno assopito della Bibliotheca Universalis di Conrad Gesner: agenzie bibliografiche nazionali per la creazione delle registrazioni, principi di base condivisi, standard catalografici a livello internazionale e un formato universale per la codifica delle registrazioni. Manca però una questione fondamentale: le regole bibliografiche non sono internazionali ma nazionali!
La nascita degli ISBD ha portato le agenzie nazionali ad adattare in parte le proprie regole di catalogazione descrittiva ai nuovi standard ma, sebbene abbiano una linea comune, le regole catalografiche nazionali rimangono diverse (gli americani usano AACR 2R, gli italiani le REICAT ecc..). Questo comporta che in alcuni casi la stessa manifestazione presenti elementi diversi all’interno delle aree ISBD, rendendo difficile capire se sia la stessa pubblicazione o meno, creando così notizie duplicate che inficiano la buona riuscita della creazione di un unico grande catalogo mondiale delle opere pubblicate.