Anche su un altro fronte durante l’emergenza si è registrata l’accelerazione di un processo già in corso in alcune realtà, ossia la trasformazione della biblioteca in un soggetto attivo che crea, spesso in collaborazione con i membri della comunità di riferimento, nuovi contenuti, mettendoli a disposizione di tutti gli interessati online, tramite vari canali (dai social network a YouTube).
Riportiamo l'ultima parte dell'articolo di Sara Dinotola, "Biblioteche pubbliche e collezioni durante l’emergenza sanitaria : esperienze e (nuove) consapevolezze da cui ripartire", pubblicato su Biblioteche Oggi (luglio-agosto 2020), in cui analizza le iniziative delle biblioteche nate durante il lockdown per promuovere le proprie collezioni con contenuti nuovi ed esclusivi.
La biblioteca come creatrice di contenuti
Anche su un altro fronte durante l’emergenza si è registrata l’accelerazione di un processo già in corso in alcune realtà, ossia la trasformazione della biblioteca in un soggetto attivo che crea – spesso in modo collaborativo – nuovi contenuti, mettendoli a disposizione di tutti gli interessati online, tramite vari canali (dai social network a YouTube). Da un lato l’attenzione si è concentrata su risorse già prodotte dalla biblioteca, dall’altro sono state sperimentate nuove forme di “creazione” di contenuti digitali.
Nel primo caso rientrano le digitalizzazioni del patrimonio storico, di pregio o di interesse locale, realizzate negli ultimi anni da un numero crescente di biblioteche pubbliche nell’ambito di appositi progetti, spesso portati avanti insieme ad altre biblioteche o ad altre istituzioni culturali del territorio. La chiusura al pubblico è stata trasformata, in diversi casi, in un’importante occasione per intensificare la valorizzazione dei documenti digitalizzati, ma anche per la loro rielaborazione, dando vita a nuovi contenuti.
Ad esempio, la Biblioteca comunale degli Intronati di Siena, proprio con questi intenti, ha ideato alcune iniziative interessanti: una è chiamata “L’immagine della settimana” che, già attiva prima dell’emergenza sanitaria e poi potenziata, consiste nel proporre immagini tratte da manoscritti, stampe antiche, miniature presenti nella Biblioteca digitale oppure altri contenuti (foto, video o playlist musicali) in occasione di ricorrenze locali o nazionali (ad esempio la Giornata mondiale della poesia del 21 marzo o il Dantedì del 25 marzo); l’altra iniziativa è intitolata “Giochiamo con il nostro patrimonio” e prevede la realizzazione di puzzle per bambini e adulti da fare online, ricavati dalle immagini del patrimonio della Biblioteca digitale.
Si può ricordare, inoltre, la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, che da tempo promuove le sue raccolte digitalizzate anche attraverso mostre tematiche online e che nel periodo dell’emergenza sanitaria ha proposto un restyling e una rilettura della mostra “1855 Cholera morbus” organizzata nel 2010 e relativa all’epidemia di colera che colpì Bologna nel 1855. Tale riproposizione è avvenuta a partire dalla convinzione che l’attuale pandemia vada affrontata anche con gli strumenti della conoscenza storica.
Un altro caso da citare è quello della Biblioteca Gambalunga di Rimini, che ha realizzato diversi video per far conoscere alcuni dei documenti che costituiscono il suo ricco patrimonio: dai codici medievali alle fotografie storiche, dal Gabinetto dei disegni e delle stampe ai documenti dell’Archivio Gianni Quondamatteo, fino alle immagini provenienti dall’Archivio fotografico Davide Minghini.
In questi e in tanti altri modi le biblioteche permettono a tutti di conoscere le loro risorse e ne aumentano l’attrattività sia per gli studiosi sia per i cittadini, che si lasciano incuriosire e affascinare da documenti antichi e di pregio, spesso molto importanti per ricostruire la storia e valorizzare la cultura del territorio.
Per quanto riguarda il secondo caso, ossia la creazione di contenuti digitali ex novo, sono state portate avanti iniziative di vario tipo, con l’intento di restare presenti (seppur virtualmente) nella vita delle persone, trasportando nel digitale iniziative condotte solitamente nella sede della biblioteca (come le letture per bambini, le presentazioni di libri, gli incontri con gli autori, i gruppi di lettura), oppure ideandone altre appositamente per questo periodo.
Se si naviga tra i siti web e le pagine social delle biblioteche pubbliche italiane si nota che una delle iniziative più frequentemente intraprese durante l’emergenza sanitaria è rappresentata dalle video-letture di libri per bambini. Considerando che le registrazioni audio e/o video di opere a carattere letterario e la comunicazione in rete di queste registrazioni sono utilizzazioni soggette al diritto d’autore (art. 15 della legge 633/1941: diritto esclusivo di esecuzione, rappresentazione e recitazione), è stato determinate per la diffusione di tali proposte il lavoro svolto in collaborazione tra l’AIB e l’AIE, le quali hanno individuato prima una lista di libri per bambini di possibile interesse per le biblioteche e poi i relativi detentori dei diritti. Nel caso di centinaia di volumi, i detentori dei diritti hanno dato il loro consenso, per l’intera durata dell’emergenza da Covid-19, alle biblioteche di effettuare video-letture e diffonderle online.
Si possono ora citare, a titolo esemplificativo e senza alcuna pretesa di esaustività, alcune esperienze di questo genere, che hanno visto protagoniste sia le biblioteche di grandi città, sia quelle di comuni di dimensioni medie o piccole. A Roma le diverse biblioteche del sistema cittadino hanno iniziato a curare alcune rubriche di video-letture trasmesse sui social, e lo stesso hanno fatto le biblioteche del Comune di Bologna e le biblioteche civiche di Torino. A Milano è stata intrapresa l’iniziativa #CaroselloDelleStorie: in attesa di poter tornare a leggere dal vivo ai piccoli utenti, i bibliotecari e i volontari hanno realizzato delle video-letture non solo dei libri messi a disposizione dai detentori dei diritti, ma anche di fiabe classiche e della tradizione popolare, nonché di storie inedite scritte proprio per l’occasione dai lettori. Alcune biblioteche del lecchese, in particolare quelle di Brivio, Airuno, Imbersago e Valgreghentino, hanno aperto il canale YouTube “Provviste di libri”; anche la Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza ha offerto video-letture realizzate da bibliotecari, volontari e utenti, sia sulla sua pagina Facebook sia sul suo nuovo canale YouTube, mentre la Biblioteca civica di Vittorio Veneto ha inserito questi contenuti sul canale YouTube del comune.
L’elenco potrebbe proseguire, a testimonianza dell’ampia diffusione di iniziative di tal genere.Degne di nota sono pure le letture dei libri tradotti in simboli Widgit della Comunicazione aumentativa che si inseriscono nel progetto “Inbook: leggere diversamente, leggere tutti” portato avanti da tempo dalle biblioteche di Castelvetro Piacentino, Fiorenzuola d’Arda, Monticelli d’Ongina e Sarmato con il contributo dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
Le Biblioteche civiche di Torino hanno valorizzato anche un altro canale, ossia la radio: in collaborazione con Tradiradio, infatti, hanno mandato in onda letture di fiabe e filastrocche a cura dei bibliotecari, nonché proposte di lettura e interviste a scrittori, lettori e bibliotecari.
Solo così le collezioni possono svolgere un ruolo determinante affinché le biblioteche pubbliche esercitino un crescente impatto culturale, formativo-educativo, sociale, economico ed emozionale sugli individui e sull’intera comunità. Le strategie e le iniziative condotte dalle biblioteche durante il periodo dell’emergenza sanitaria sono state in moltissime realtà in grado di concretizzare, più che nel recente passato, questo innovativo ciclo della gestione documentaria. L’auspicio è che anche nel prossimo futuro tutto ciò possa trovare applicazione, al fine di supera re una visione, a mio giudizio controproducente, che resta legata a un concetto riduttivo e ormai anacronistico delle collezioni.