Gli oggetti della descrizione bibliografica

Un problema ricorrente per catalogatori e bibliotecari è quello di stabilire se nel catalogo sia già presente o meno la scheda bibliografica di un dato esemplare. La presenza di riedizioni, ristampe, variazioni, riproduzioni ed emissioni successive spesso generano difficoltà nello stabilire l’effettiva corrispondenza tra un esemplare e una scheda e soprattutto decidere se sia necessaria la creazione di una nuova descrizione bibliografica.

Facciamo un po' di chiarezza.

Nelle REICAT (Regole italiane di Catalogazione) è dichiarato che la descrizione bibliografica ha per oggetto ciascuna manifestazione (vedi Opera, Espressione, manifestazione) indipendente e distinta, considerata come insieme degli esemplari prodotti utilizzando sostanzialmente una stessa matrice (o una sua copia o derivazione) e posti in circolazione dalla stessa casa editrice (o da altri enti o persone).

Per le pubblicazioni a stampa la descrizione bibliografica ha di norma per oggetto l’edizione come insieme degli esemplari prodotti utilizzando, anche in tempi successivi e con modifiche o aggiunte, la stessa composizione del testo. Per le pubblicazioni d’altro genere la descrizione ha per oggetto l’insieme degli esemplari prodotti utilizzando la stessa realizzazione materiale del contenuto.

 

Un’edizione può però essere costituita da più serie di esemplari, prodotte di solito in tempi successivi. Quando è necessaria una nuova descrizione bibliografica?

In linea generale non è necessaria una nuova descrizione se non vengono rilevate differenze tali da incidere sulle informazioni comprese nella descrizione o al massimo variazioni minori (come varianti o errori negli elementi trascritti nel frontespizio).

Richiedono descrizioni distinte, di norma, gli insiemi di esemplari appartenenti a una stessa edizione che siano caratterizzati da variazioni rilevanti dal punto di vista del contenuto, del supporto o formato, o dei principali elementi d’identificazione: titolo, nei suoi complementi o nelle indicazioni di responsabilità, oppure nel nome dell’editore (escluse le variazioni di forma del nome di uno stesso editore e l’aggiunta, eliminazione o variazione di ulteriori figure, p.es. il distributore o lo stampatore), oppure nella collezione a cui appartiene la pubblicazione o nella relativa numerazione, oppure nella paginazione o altra indicazione di estensione.

Nel caso delle ristampe (nuove impressioni, tirature, etc) per le quali non risultano variazioni di contenuto rispetto alla prima pubblicazione dell’edizione, non sono oggetto di una descrizione bibliografica distinta anche se sono indicate con il termine edizione e presentano piccole differenze nel contenuto (p.es. la correzione di refusi) o nella veste (p.es. una copertina differente) che non sono dichiarate e non incidono sugli elementi della descrizione (data esclusa). Se non ci sono elementi sufficienti o sicuri circa l'esatta corrispondenza con la prima pubblicazione dell’edizione si crea invece una descrizione distinta.

 

Come trattare invece le riproduzioni?

Le pubblicazioni costituite da una riproduzione (facsimile) di una pubblicazione preesistente, con o senza l’aggiunta di altro materiale, pubblicate da un editore diverso da quello originale o in veste diversa, sono oggetto di una descrizione distinta.

Si descrivono separatamente anche le riproduzioni pubblicate dallo stesso editore della pubblicazione originale e nella stessa veste, se si presentano esplicitamente o evidentemente come riproduzioni invece che come ristampe a meno che non siano pubblicate a breve distanza di tempo e senza evidenti differenze.

Le riproduzioni di pubblicazioni di qualsiasi genere, eseguite dalla biblioteca o per suo conto in un unico esemplare o comunque non pubblicate, possono essere descritte come documenti non pubblicati oppure si può utilizzare la descrizione della pubblicazione originale e indicare nelle informazioni relative all’esemplare che si possiede una riproduzione, con le relative caratteristiche

 


Pubblicato in CONOSCENZE il 15/10/2020