Thema-CDD : una mappatura

La prima mappatura completa tra la Classificazione Decimale Dewey (CDD) e Thema 1.6, il sistema internazionale utilizzato dagli editori per descrivere contenuti e generi dei libri, nasce con l’ambizione di creare un ponte stabile tra due mondi che da sempre convivono senza davvero sovrapporsi: quello delle biblioteche e quello della filiera editoriale. Nel suo contributo, Sara Dinotola propone una lettura incrociata dei due linguaggi che, pur condividendo una struttura gerarchica e un obiettivo comune – organizzare e rendere visibile la conoscenza – rispondono a logiche profondamente diverse. Da un lato la CDD, solida, disciplinare, costruita su tassonomie stabili; dall’altro Thema, flessibile, multilingue, orientato alla scoperta dei libri nei cataloghi online e ai bisogni dell’editoria globale.

La ricerca, condotta attraverso un confronto sistematico tra WebDewey Italiana e Thema 1.6, ha dato vita a uno schema articolato in dieci fogli, uno per ciascuna classe Dewey, accessibile tramite QR code nel testo originale. Le corrispondenze identificate non sono semplici equivalenze numeriche: riflettono rapporti complessi, che vanno dall’allineamento perfetto alla sovrapposizione solo parziale, fino ai casi in cui un singolo numero Dewey si scompone in più codici Thema per rendere conto dei diversi aspetti tematici o funzionali di una stessa materia. Alcune aree, come scienze, arti, studi letterari e storia, trovano un dialogo naturale tra i due sistemi; altre, come narrativa, geografia applicata ai viaggi o libri per l’infanzia, mostrano divergenze strutturali dovute a finalità e criteri differenti.

La mappatura non nasce come esercizio astratto: è pensata per diventare uno strumento operativo. Per le biblioteche significa poter leggere la produzione editoriale attraverso una lente tematica più moderna, utile nella selezione dei documenti, nella valutazione delle collezioni e persino nella loro organizzazione fisica, grazie alla capacità di Thema di distinguere target, livelli di approfondimento e generi narrativi con una precisione estranea alla CDD. Per editori e distributori rappresenta invece l’opportunità di rendere i propri metadati più interoperabili con i cataloghi bibliotecari, facilitando la circolazione e la visibilità dei titoli.

Il lavoro di Dinotola apre così un campo di ricerca fino a oggi inesplorato in Italia, suggerendo che l’integrazione tra linguaggi classificatori diversi può produrre benefici concreti sia per chi gestisce le collezioni sia per chi immette i libri nel mercato. In un panorama informativo sempre più interconnesso, costruire passerelle tra sistemi nati con scopi differenti non è solo possibile, ma necessario per favorire un incontro più efficace tra libri e lettori.

Per leggere l'intervento consultare AibStudi


Pubblicato in CONOSCENZE il 02/12/2025