Leggere e la bibliodiversità

E’ comparso sul giornale online Il Post un interessante articolo sulla Bibliodiversità nelle librerie di catena in Italia.
L’articolo spiega come le librerie di catena in Italia stiano progressivamente riducendo la varietà di titoli e autori che propongono ai lettori. Questo cambiamento è dovuto alla strategia adottata dai grandi gruppi editoriali che tendono a favorire, nelle librerie del proprio gruppo, i libri delle proprie case editrici a scapito di quelli degli editori indipendenti. Le librerie di catena rappresentano, dopo Amazon, il principale canale di vendita di libri in Italia (insieme rappresentano il 72% del mercato), quindi la visibilità concessa a un titolo può determinare il suo successo o il suo fallimento. Questo meccanismo ha reso ancora più stretto il legame tra i gruppi editoriali e le proprie librerie riducendo così l’autonomia dei singoli librai. Se da un lato questi ultimi possono ancora suggerire libri ai clienti, dall’altro le loro scelte sono sempre più limitate dalle direttive imposte dall’alto che condizionano l’assortimento. Questa politica penalizza direttamente gli editori indipendenti, ai quali spesso le librerie di catena offrono maggiore spazio ma chiedendo in cambio condizioni economiche particolarmente onerose. Nonostante la presenza di editori minori nelle librerie di catena, il mercato resta comunque dominato dai grandi gruppi: nel 2024, solo il 28% dei 50 libri più venduti proveniva da case editrici indipendenti. Questa struttura solleva interrogativi sulla bibliodiversità e sull’effettiva libertà di scelta dei lettori, sempre più indirizzati verso titoli selezionati dai grandi gruppi editoriali.

Qual è il ruolo delle biblioteche in tutto questo?
Le biblioteche si propongono da sempre come baluardo della bibliodiversità e vanno dunque in netto contrasto con questa politica essendo svincolate da interessi economici. Ciò si vede molto bene se si confrontano le classifiche editoriali con le classifiche dei libri più acquistati dalle biblioteche: alcuni titoli in testa alle classifiche editoriali perché “mode del momento”, difficilmente entrano nelle classifiche bibliotecarie. C’è conformità sui grandi autori o sugli argomenti “caldi” ma i bibliotecari rimangono prudenti nei confronti dei grandi “casi editoriali” (libri tiktoker, biografie influencer, romance e new adult) che invece hanno molta visibilità all’interno delle librerie di catena.

Qual è il ruolo di Leggere in tutto questo?
Leggere si pone come mediatore tra le biblioteche e le politiche che dominano il mercato, condizionato dalle librerie di catene e Amazon. Il suo catalogo comprende tutta la produzione libraria in Italia, sia quella dei grandi gruppi editoriali sia quella di editori indipendenti. La scelta dei titoli proposti nelle vetrine settimanali delle novità è guidata da analisi e studi sugli acquisti pregressi delle biblioteche, in modo da proporre ai propri clienti biblioteche ciò che può interessare maggiormente loro, statisticamente in linea con le loro politiche di selezione dei titoli, indipendentemente dalla casa editrice o dal gruppo editoriale d’appartenenza. Per rispondere alle esigenze di chi ogni giorno lavora per garantire la bibliodiversità nelle biblioteche, noi di Leggere stiamo sviluppando una nuova sezione del nostro sito dedicata esclusivamente alla piccola editoria e agli editori indipendenti. Con questa iniziativa vogliamo offrire maggiore trasparenza nella costruzione della vetrina settimanale delle novità, dando agli editori indipendenti uno spazio dedicato che ne valorizzi la produzione e renda più facile la scoperta di titoli che meritano attenzione. Si tratta di uno strumento concreto per i bibliotecari, che potranno così accedere a una selezione più ampia e diversificata, in linea con la loro missione di promuovere la pluralità culturale e il diritto dei lettori a un’offerta variegata e non condizionata soltanto da logiche commerciali.


Pubblicato in CONOSCENZE il 03/04/2025