“Ricordatemi come vi pare. Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno. Anche a quelli che mi odiano credo di essere stata utile, per autodefinirsi. Me ne andrò piena di ricordi. Mi ritengo molto fortunata. Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai”.
Ieri è venuta a mancare a soli 51 anni Michela Murgia, una delle scrittrici più note e amate degli ultimi anni. Da tempo malata nei mesi scorsi aveva parlato pubblicamente della sua malattia e nel suo ultimo libro, Tre ciotole rituali per un anno di crisi, raccontato i periodi difficili che ognuno affronta nella vita. Nata a Cabras il 3 giugno 1972 ha esordito nel 2006 con Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria che tra le varie cose ha ispirato il film Tutta la vita davanti di Paolo Virzì. Tra le sue opere più note Ave Mary (2011), Chirù (2015), Istruzioni per diventare fascisti (2018), Stai zitta (2021), Noi siamo tempesta (2019) e God Save the queer. Catechismo femminista (2022) e l’acclamato vincitore del premio Campiello Accabadora . Saranno diversi gli scritti che verranno pubblicati postumi.
Michela Murgia oltre che come autrice, è stata una nota attivista, nonché protagonista in tv, sui social, a teatro e in radio attraverso il podcast Morgana, scritto insieme a Chiara Tagliaferri dalla quale sono arrivati anche due libri: Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (Mondadori, 2019) e Morgana. L’uomo ricco sono io (Mondadori, 2021).