L’idea della condivisione della conoscenza registrata prodotta in tutto il mondo è nata nell’Umanesimo e si è concretizzato nei secoli nell’ideale del controllo bibliografico universale. Nell’era contemporanea è l’IFLA portabandiera di questo ideale che stimola costantemente le agenzie bibliografiche nazionali e le istituzioni a promuovere standard e collaborazioni capaci di creare un linguaggio biblioteconomico universale per far dialogare culture e patrimoni diversi. Oggi più che mai però l’universo bibliografico e le tecnologie sono cambiate e continueranno a cambiare radicalmente coinvolgendo risorse, attori, standard e pratiche sempre nuove e diverse in un complesso ecosistema digitale.
Due sono gli aspetti maggiormente mutati su cui bisogna ragionare per comprendere meglio questo ecosistema: lo spostamento dell’attenzione dal volume fisico all’opera vera e propria e la perdita della centralità e dell’esclusività sul controllo bibliografico delle agenzie bibliografiche nazionali.
Per secoli è stato il volume fisico l’oggetto della catalogazione mentre ora è il contenuto ad acquistare notevole importanza poiché esso può essere goduto in forme diverse da quella cartacea. Nell’ecosistema digitale è necessario perciò che la risorsa sia sempre accompagnata da un set di metadati poiché maggiore è la qualità di questi e migliore è la sua conoscenza e promozione nella comunicazione digitale. Da dove arrivano questi set e come si arricchiscono? Il processo di produzione per le risorse bibliografiche inizia dai creatori stessi delle risorse, gli autori, nel momento in cui consegnano la loro opera a chi poi provvederà alla pubblicazione o alla distribuzione. Questi ultimi aggiungono altri metadati, tra cui solitamente alcuni identificatori standard che ne permettono la distribuzione e la fruizione, e successivamente la risorsa si arricchisce del contributo intellettuale da parte dei catalogatori delle agenzie bibliografiche, non necessariamente nazionali o legate alle biblioteche.
La perdita di centralità ed esclusività delle agenzie bibliografiche nazionale porta a un controllo bibliografico dinamico e condiviso, incentrato su un procedimento continuo di riutilizzo e arricchimento di dati, che avviene in uno spazio virtuale lontano e apparentemente distante dalle biblioteche nazionali. Tuttavia esse possono svolgere ancora un ruolo importante nella collaborazione con queste agenzie e questi nuovi attori del panorama catalografico mediante la redazione di standard bibliografici flessibili ma allo stesso tempo vincolanti e affidabili.
Per le agenzie bibliografiche questa è una vera e propria sfida poiché la partecipazione di più attori, spesso con background diversi, obbliga a trovare un nuovo equilibrio tra le diverse tradizioni e metodologie per poter raggiungere un unico obiettivo: produrre metadati di qualità ad accesso aperto.
Fonti: Biblioteche Oggi Trend, Volume 7, n.1 (2021). Guerrini, Mauro Il controllo bibliografico nell’era digitale: identificatori, metadati, punti d’accesso e rispetto del contesto culturale e linguistico