Giornata della Memoria 2025 - Saggistica

Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere. (José Saramago)

In occasione della Giornata della Memoria, che ricorre il 27 gennaio, proponiamo una selezione di 20 saggi di recente pubblicazione legati al tema dell'Olocausto.

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1

«Domani mattina». La memoria nelle parole dei lager nazisti

Zanchi Leonardo
Editore: Biblion
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto LINGUE E LINGUISTICA
Cercare di comprendere un fenomeno, un modo di vita, un mondo scomparso, attraverso la lingua che vi fu usata non è cosa nuova» scriveva nel 1961 lo psichiatra fiorentino Andrea Devoto, in un articolo in cui forniva le prime «annotazioni psicologiche» sulla lingua nei lager nazisti. Sulla scia dell’indagine avviata da Devoto, questo volume approfondisce le parole, le espressioni e le forme di comunicazione che hanno caratterizzato l’esperienza concentrazionaria dei deportati italiani. Dalla violenza dei «barbarici latrati dei tedeschi quando comandano» al «trovare un buco, un foro, un passaggio che permettesse di valicare questo isolamento linguistico» (nelle parole di Primo Levi), queste pagine consentono di rileggere e comprendere la quotidianità dentro al campo attraverso la lingua. Parole per opprimere dunque, ma anche e soprattutto parole per resistere. Una resistenza morale e non violenta, che i deportati realizzano contrapponendo al lessico d’odio, di sopraffazione e di morte dei nazifascisti, un vocabolario composto da parole di sopravvivenza, di solidarietà, di vita.
2

Scampati alla razzia. Roma, 16 ottobre 1943

Cavallarin Marco; Carino Gianni
Editore: Biblion
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Roma, 16 ottobre 1943, ore 4.15, Shabbat. Ha inizio la retata degli ebrei di Roma. Piazza Giudìa ne fu l’epicentro. Saranno uccisi quasi tutti, i 207 bambini subito, all’arrivo. Ma i “miracoli” avvennero, grazie a una madre o a un padre, a una persona generosa o alla circostanza di un istante: alcuni riuscirono così a scampare alla retata, a fuggire dal camion su cui erano già stati caricati. Qualcuno era bambino, neonato addirittura. Ed ecco che pochi gesti di coraggio, compiuti contro la paura e la morte, generarono, come contrappasso, vita e nuove generazioni. Oggi Emanuele, Gabriele, Vittorio e Mario, quei bambini di allora, sono nonni e/o bisnonni, attorniati da splendide famiglie. Il ricordo di chi li ha salvati, interprete ebreo o gelataio cristiano, tranviere romano o donna del quartiere, sia di benedizione. Lo raccontiamo ora con le loro voci, con le loro commozioni, con il loro convincimento che i valori della pace e del rispetto di chi ancora oggi viene definito “diverso” siano il sale della terra. Lo facciamo per illustrare agli ignavi la forza della giustizia e, a chi lo ignora, come siano andate le cose.
3

Il coraggio dell'indignazione. I 44 ufficiali italiani che dissero no ai nazisti

Parodi Andrea
Editore: Bollati Boringhieri
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Dopo l’8 settembre 1943 gran parte dell’Italia si smarrisce: l’armistizio dichiarato alla radio da Badoglio lascia quasi due milioni di soldati italiani senza ordini, senza che sia neppure chiaro chi è il nemico. I tedeschi, invece, sono più che preparati. Già il 9 settembre viene diramato un dispaccio: «I soldati italiani che non siano disposti a continuare la lotta al fianco dei tedeschi devono essere disarmati e considerati prigionieri di guerra». Ma il 20 settembre la denominazione cambia: non più «prigionieri di guerra» (e in quanto tali soggetti alla Convenzione di Ginevra), bensì Italienische Militär-Internierte, Internati Militari Italiani, IMI, una sigla inedita, inventata, che sfugge a ogni possibile convenzione internazionale. Di quei due milioni, la metà riesce in qualche modo a fuggire, mentre l’altra metà viene disarmata dai nazisti. In 800000 sono catturati e viene loro chiesto di scegliere se «optare» per la collaborazione col Terzo Reich o venire imprigionati. L’esito è inequivocabile: 700000 dicono no e si trovano internati nei campi di concentramento tedeschi. Di questi eroi misconosciuti della nuova Italia che deve ancora nascere dalle ceneri del fascismo, fa parte un nucleo di 44 uomini, protagonisti dell’episodio di Unterlüss, di cui parla Andrea Parodi in questo libro. Dopo che 214 ufficiali si rifiutano di obbedire agli ordini della Gestapo, i tedeschi ne scelgono 21 per una decimazione dimostrativa. Ma in 44 si fanno avanti e chiedono di essere fucilati al loro posto. È un atto estremo, di coraggio e indignazione, un «no» urlato agli aguzzini che, sorpresi da una simile determinazione, ne sospendono l’esecuzione. Dei 44, sei moriranno tra i reticolati o subito dopo la Liberazione, ricevendo la Medaglia d’argento al valor militare dal Ministero della Difesa. Per gli altri, insigniti di un Encomio solenne, si aprirà un periodo difficile. Prima dovranno lottare per guarire dalle malattie negli ospedali militari alleati, poi si troveranno ad affrontare un inaspettato e difficile reinserimento nell’Italia liberata, che non li riconosce come protagonisti della lotta per la Liberazione, costringendoli per decenni a non parlare della loro esperienza. Attraverso una serie di straordinari documenti inediti, ritrovati e raccolti con tenacia negli ultimi quindici anni, Parodi riporta e racconta le fonti di una complessa ricerca tra Italia e Germania, ricostruendo questo episodio esemplare dell’«altra Resistenza». Prefazione di Aldo Cazzullo.
4

Fotografare la Shoah. Comprendere le immagini della distruzione degli ebrei

Fontana Laura
Editore: Einaudi
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Un’analisi, che ancora mancava, sulle modalità con cui la Shoah è stata rappresentata e interpretata attraverso le fotografie. Questo libro coglie l’importanza straordinaria di un numero cospicuo di fotografie che pur non raffigurando direttamente l’assassinio di massa hanno la capacità di illuminarci sui fatti, inquadrando dettagli o momenti che hanno costituito la scena preliminare, preparatoria o collaterale al crimine e all’universo delle vittime e dei carnefici. La Shoah non è un evento che possiamo ricostruire come un quadro illuminato dal centro, ma nemmeno è una pagina buia segnata dall’irrappresentabilità. Dobbiamo pensarlo come un processo segnato da varie forme di prevaricazione e violenza che può essere raccontato con l’aiuto di tanti tasselli luminosi – le fotografie che si sono conservate – che squarciano l’oscurità e fanno intravedere alcuni frammenti, lasciando alla nostra immaginazione quello che i documenti di archivio non mostrano. La sfida è quella di affinare la capacità di osservare e di metterne continuamente alla prova i limiti, alla ricerca di un equilibrio, o forse di un compromesso, tra due tendenze opposte che sembrano prevalere nel nostro modo di rapportarci alle fotografie storiche: l’ipertrofia del déjà-vu, generata da una saturazione di immagini che ne altera la percezione e ne cannibalizza il consumo, e la miopia o cecità del modo di guardare, che porta a ignorare o sottovalutare gli elementi visivi di sfondo, quelli informativi a corredo della foto e il suo sottotesto.
5

Gli eroi della Shoah. Storie dei Giusti tra le nazioni

Rattaro Sara (cur.)
Editore: Morellini
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Diciannove storie straordinarie di uomini e donne comuni che, durante la devastante morsa della Seconda guerra mondiale, si sono trasformati in fari di speranza e umanità. I Giusti tra le Nazioni hanno compiuto atti di incredibile coraggio e altruismo, mettendo a rischio la propria vita per salvare quella degli ebrei perseguitati dal regime nazista.
6

La scure su Davide. Le leggi razziali del 1938

Miselli Susanna; Zarzana Francesco
Editore: Progettarte Officina Culturale
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Tra la notte del 6 e 7 ottobre 1938 il Gran Consiglio del Fascismo promulga la Carta della Razza. Con questo documento i più autorevoli gerarchi fascisti insieme a Mussolini, che presiedeva la riunione, decisero e approvarono le direttive che sarebbero diventate gli articoli della futura legge del 17 novembre: le leggi razziali. Ma perché furono promulgate? Leggi razziali o razziste? Antigiudaismo o pregiudizio? Certo il pregiudizio arriva da lontano con la necessità di individuare una sorta di 'capro espiatorio' in chiave sociale, così come di istigare a quello che è stato autorevolmente chiamato l'insegnamento del disprezzo. "La scure su Davide" non dimentica tale dato, si concentra sulle Leggi razziali e allo stesso tempo documenta il razzismo antiebraico in Italia lungo l'intero Novecento, muovendosi dagli anni della cosiddetta tolleranza fino agli inizi di una campagna antisemita conseguente alla nascita dell'asse Roma-Berlino che porterà ai primi provvedimenti razziali e sfocerà, di lì a poco, proprio nelle leggi razziali. Per gli ebrei, il lento cammino verso l'uguaglianza giungerà a compimento solo verso la fine degli anni '80 culminata con l'Intesa con lo Stato italiano. Prefazione di Brunetto Salvarani.
7

Al confine tra la vita e la morte. Uno studio sul fenomeno del «musulmano» nel campo di concentramento

Ryn Zdzislaw Jan; Klodzinski Stanislaw; Bozzon Matteo (cur.)
Editore: Quodlibet
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Il termine “musulmano” era impiegato nei campi di concentramento nazisti per designare quei prigionieri che, sottoposti a privazioni estreme e a continue vessazioni, avevano raggiunto un tale grado di debilitazione da risultare prossimi al decesso. Questo stato era l’esito devastante della fame cronica, del freddo intenso e della perdita di speranza, elementi che, insieme, provocavano il completo esaurimento delle energie vitali. L’indagine qui pubblicata rappresenta la prima monografia che esplora questa condizione al confine tra la vita e la morte. La ricerca, condotta tra la fine del 1981 e la prima metà del 1982, si basa su ottantanove testimonianze raccolte attraverso un questionario inviato a trecento ex prigionieri, in maggioranza sopravvissuti di Auschwitz. L’obiettivo principale dello studio è definire l’aspetto del musulmano, le cause e le circostanze della sua genesi, il ruolo che questa figura rivestiva nella complessa società del lager e, soprattutto, descriverne lo stato psichico.
8

600 giorni nel campo Kz Dora Mittelbau. L'esperienza vissuta da Gianni Araldi internato militare e uomo di pace

Araldi Lucia
Editore: Archivio Storia
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Questo volume raccoglie il racconto del caporal Maggiore Giovanni Araldi (Gianni) deportato al campo KZ Dora per aver rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Gianni è sopravvissuto al campo KZ Mittelbau-Dora, nel cui tunnel venivano costruiti i missili V1 e V2. Lì Gianni visse il lavoro forzato, la fame, la tortura, vide la morte di tanti compagni, ma sperimentò anche la solidarietà fra commilitoni, l'amicizia fino al sacrificio personale per il bene dell'altro, la speranza comune di uscirne vivi. La cronaca è accompagnata da documenti originali trafugati dal Campo, a rischio della vita, e portati in Italia dopo la liberazione. Quello che più sorprende è che il racconto di ingiustizie subite, di azioni disumane contro altri uomini, non generano, in Gianni e in tanti suoi amici sopravvissuti, odio, intolleranza o desiderio di vendetta, ma al contrario fanno maturare un giudizio di valore sull'uomo e sul significato della vita, fino a giungere al perdono. Molte vittime hanno saputo perdonare ed il messaggio ai figli e nipoti è stato da loro riassunto nel motto "Perdonare e non dimenticare".
9

Guerre, deportazioni, dittature, eroi. Quando l'Europa era la culla dell'inciviltà. 12 storie poco conosciute del nostro recente passato

Lorenzetti, Guido
Editore: Mimesis
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Sono passati circa ottant’anni dalla Seconda guerra mondiale e molto è stato dimenticato. Per le generazioni più giovani questo non è vero, ma solo perché quegli avvenimenti non li hanno quasi mai conosciuti. Questo libro racconta storie straordinarie, legate soprattutto alla deportazione di milioni di donne e uomini di tutta Europa, strappati alle loro famiglie e alle loro case e mandati a lavorare come schiavi per sostenere lo sforzo bellico nazista. Alle storie di uomini coraggiosi, che sfidarono la morte per informare i governi occidentali di quello che succedeva nei lager, ottenendone un educato disinteresse, si intreccia quella esemplare degli ebrei danesi, che sfuggirono allo sterminio perché i loro concittadini “non si voltarono dall’altra parte” e li salvarono, diversamente da quanto accadde nel resto dell’Europa occupata.
10

Il male del Novecento. Itinerari filosofici

Franco, Vittoria
Editore: Castelvecchi
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto FILOSOFIA
Che cosa distingue il male ordinario dal male radicale emerso nel Novecento con la Shoah, con il dominio totale sui corpi e sulle menti degli internati? Dopo Auschwitz occorreva cercare definizioni diverse, inventare nuove parole, perché era entrato nel mondo un male assoluto, non definibile in relazione ad alcun bene, svincolato da ogni limite di ciò che è possibile. Nei lager si è consumata la distruzione dell’etica e decretata la «superfluità» degli umani. Autori come Hannah Arendt, Ágnes Heller, Emmanuel Lévinas, Vladimir Jankélévitch, Luigi Pareyson, Zygmunt Bauman e Primo Levi hanno intuito che in quei luoghi abissali si mirava ad annientare l’umanità dell’uomo; hanno quindi cercato di costruire antidoti, un diverso ethos democratico condiviso, basato sul rispetto della dignità della persona, della quale le vittime del nazismo sono state spogliate.
11

Friedrich Jeckeln. Il boia del Baltico

Bendini Niccolò
Editore: Tra le righe libri
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Per controllare ed eliminare gli ebrei e gli slavi che abitavano nell’Europa orientale, nel 1941 Hitler e il comandante delle SS, Heinrich Himmler, scelsero di affidare prima l’Ucraina e poi l’area baltica a uno dei più sanguinari assassini del Terzo Reich: Friedrich Jeckeln. Questo ex ufficiale dell’esercito imperiale tedesco, di carattere arrogante e violento, vedeva il nazionalsocialismo come la formula magica che lo aveva trasformato da fallito e alcolizzato in un potente generale delle SS, che bramava ancora più gloria e potere. Jeckeln, onorato della missione affidatagli da Hitler e Himmler di preparare la pulizia etnica contro ebrei e slavi nell’est, in nome degli antichi possedimenti teutonici, scatenò un’ondata di sangue nell’Europa orientale, facendo di Riga, in Lettonia, la sua “città” e la sua base. Questo percorso intriso di sangue lo avrebbe portato all’apice, rendendolo uno dei più potenti capi delle SS, per poi precipitarlo verso l’abisso. Friedrich Jeckeln fu tra il 1941 e il 1945 colui che applicò sul campo dell’Europa orientale le idee naziste per una guerra di annientamento, cancellazione etnica e razziale.
12

I medici di Auschwitz. Viaggio oltre le porte dell'inferno

Halioua, Bruno
Editore: Giunti Editore
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
L'inferno in terra che è stato Auschwitz-Birkenau, il più famigerato dei campi nazisti, continua a porre domande alle quali è ancora necessario trovare una risposta. Sembra incomprensibile che dei medici abbiano potuto prendere attivamente parte allo sterminio o realizzare sadiche sperimentazioni sui prigionieri. Ed è incredibile che i medici deportati siano riusciti a curare i malati in quella situazione di continui compromessi con i comandanti. Bruno Halioua, medico e nipote di un ebreo polacco deportato ad Auschwitz, ha raccolto una rassegna di testimonianze che delineano i protagonisti di questa immane tragedia. Da una parte troviamo i medici SS, direttamente coinvolti nel processo di selezione e nel massacro di più di un milione di persone; dall'altra, i medici deportati, costretti a collaborare eppure determinati a curare i pazienti, a costo di mentire o di falsificare, nascondere la verità; prima ancora, le vittime, con le loro storie e il loro doloroso vissuto. Un affresco tanto minuzioso quanto inquietante della psicologia umana, tra follia omicida e dilemmi angosciosi, affrontati nella speranza di sopravvivere senza perdere la dignità.
13

E vi cerco ancora

Solms Fulvio
Editore: Minerva Edizioni (Bologna)
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Un industriale tessile e sua moglie, ebrei di Berlino, mancano due tentativi di fuga dalla Germania nazista, vengono prelevati a casa e di loro non si saprà più nulla. Il figlio, spostatosi in Italia dove vivrà per dieci anni da fuggiasco, intuirà la loro sorte da tre parole su un documento della Croce Rossa: «Deportati a Lódz». Divenuto padre racconterà pochissimo a suo figlio, per proteggerlo dall’orrore e lenire dentro di sé dolore e senso di colpa. Il ragazzo, una volta divenuto adulto e dopo la morte di suo padre, avverte la necessità di scoprire tutto sulla fine dei nonni. Anni di ricerca lo portano nei luoghi più significativi della vicenda: Berlino, Stettino, Lódz, Chelmno, la Calabria, Bari e Roma, ma anche Shanghai, Long Beach, Londra. Vengono interpellati testimoni, scovati documenti sul web e recuperati due libri sequestrati dai nazisti nel corso della deportazione: uno di essi risulterà rivelatore. Il nipote ripercorrerà infine i passi di Else e Martin, dalla casa al punto esatto in cui furono uccisi. Il racconto si sviluppa su due piani temporali – la tragedia dei nonni e la ricerca tuttora in corso – e si declina al futuro: la Memoria va preservata ma può anche essere ricostruita grazie a nuove opportunità offerte dal web. Questa è una testimonianza di seconda generazione e non un romanzo.
14

Primo Levi e la lingua intorno a lui

Scarpa Domenico (cur.)
Editore: Zamorani
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STUDI e SAGGI LETTERARI
Il libro sviluppa il tema sulla lingua del grande scrittore. La lingua “intorno” a Primo Levi è innanzitutto il ventaglio di varietà dell’italiano che – insieme a tasselli di lingue altre, dialetti e gerghi, di lessici specializzati – entrano nel vocabolario che utilizza nella sua scrittura; ma è anche la lingua che, nei primi anni Sessanta, conosce rivolgimenti epocali; è infine la lingua degli scrittori antichi che lo hanno nutrito, e dei contemporanei che, come lui, vanno plasmando il repertorio dell’italiano nelle forme nuove dei loro testi. Il libro si concentra in particolare su un singolo lavoro: “La tregua”, pubblicato nel 1963, che sancisce, per diffuso consenso, lo status di Levi non solo come memorialista, ma come scrittore. Nel volume sono presentati contributi di linguisti e grammatici, giornalisti, insegnanti che hanno usato il lavoro di Levi con i loro studenti, traduttori. Così alle Relazioni del “Dialogo Primo Levi” di Luca Serianni e Mariarosa Bricchi, che inquadrano i molti aspetti dell’argomento trattato, seguono i diversi punti di vista suggeriti dagli Interventi di Gabriella D’Arrigo, Federico Fubini, Jenny McPhee e Cristina Nesi.
15

Prigionieri per sempre. Chi salva una vita salva l'umanità

Angiulli, Saverio
Editore: Santelli
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Questo libro ripercorre la narrazione di una delle pagine più buie della storia contemporanea, descrivendo le radici e lo sviluppo dell'antisemitismo nell'Europa del secolo scorso. Ma rappresenta soprattutto un viaggio nella memoria, esplorando la tragedia dell'Olocausto in un racconto tanto profondo e doloroso, quanto intimo e straziante è stato il vissuto di coloro che lo hanno subito. Senza pretese di completezza, l'opera si pone l'obiettivo di trattare il fenomeno, partendo dalle sue prime manifestazioni e giungendo ad esaminarne i postumi, ancora visibili ai nostri giorni, non essendo lo stesso del tutto superato. La Prima Parte è dedicata alle origini dell'odio razziale contro gli ebrei e ne descrive le sue forme attuali, con uno specifico approfondimento sulla situazione italiana nel periodo caratterizzato dal Governo del Duce. Nella Seconda Parte, sono affrontati i temi ideologici della Germania nazista e il suo terribile programma di soppressione della popolazione ebraica attraverso la creazione di appositi campi di concentramento e sterminio, con particolare riferimento anche alla politica delle deportazioni dell'Italia fascista. Con la Terza Parte, si intendono illustrare aspetti - talvolta trascurati quando si parla di antisemitismo - che però meritano di essere sottolineati, in quanto pongono in evidenza gli estremi opposti del fenomeno: il bene, rappresentato dai Giusti tra le Nazioni, disposti a rischiare la propria vita per empatia verso gli ebrei; e il male, costituito dalle inaccettabili tesi negazioniste. In quest'ultima Parte, da ultimo, si dà conto dell'esito dei principali processi celebrati contro i criminali nazisti. In Appendice, è stato dato spazio a fonti storiche, ma soprattutto a toccanti testimonianze rilasciate da alcuni sopravvissuti ai lager del Terzo Reich.
16

Cattolici in soccorso di ebrei. I Palatucci, Pio XII e il caso di Campagna

[Naimoli Marcello (cur.); Napolitano Matteo Luigi (cur.)]
Editore: EdUP
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Il campo di internamento di campagna è uno dei più grandi, dopo quello di Ferramonti di Tarsia. Grande fu l’impegno di Montini (il futuro Paolo VI) verso i prigionieri ebrei imprigionati nei campi di concentramento, come testimonia l’epistolario tra Montini e mons. Giuseppe Palatucci, vescovo di campagna, che aiutava gli ebrei rinchiusi nel campo di concentramento di San Bartolomeo. In queste lettere si mostra l’interesse diretto di pio xii per la situazione esistente e gli aiuti in denaro che venivano inviati tramite Montini. Un libro scritto da più storici che fornisce importanti rivelazioni su quanto queste personalità fecero per aiutare gli ebrei internati nel campo di campagna.
17

La Shoah. Smart history

Maida Bruno
Editore: Edizioni del capricorno
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Tutta la storia della Shoah in 11 capitoli, 20.000 parole e 80 immagini. Un libro rigoroso, ma agile e originale, per ripercorrere i fatti salienti di uno dei periodi più tragici della storia del Novecento. Attraverso le parole di uno dei maggiori esperti contemporanei di storia della persecuzione razziale e un apparato illustrativo inedito, che s'ispira alle testimonianze fotografiche dell'epoca, questo libro analizza i presupposti della Shoah, i fatti, i personaggi e i luoghi che l'hanno caratterizzata, compresi un ampio capitolo dedicato alla persecuzione degli ebrei italiani e un epilogo sulla responsabilità, etica e storiografica, di tramandare la memoria dei fatti. Perché, come ha scritto Primo Levi, «l'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria».
18

Oltre Auschwitz. Europa orientale, l'Olocausto rimosso

Sessi, Frediano
Editore: Marsilio
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Belzec, Sobibór e Treblinka, insieme a Chelmno sul Ner, furono le località prescelte per portare a termine in Europa l’eliminazione degli ebrei dell’Est. Luoghi progettati e costruiti per funzionare solo come strutture omicide, molto diversi dai Lager, perché non prevedevano nessuna possibilità di sopravvivenza. In questi campi, in cui si è compiuta la strage di oltre un milione e mezzo di ebrei, è oggi la quasi totale assenza di tracce di quanto accaduto, voluta e messa in atto dagli assassini, a parlare per i morti e a esigere giustizia. Se Chelmno, dove per la prima volta si sperimentò il disegno di un’eliminazione di massa rapida e funzionale per mezzo del gas, può essere considerato il prototipo dei centri di sterminio nazisti, perché è così difficile ricostruire cosa avvenne lì e negli altri luoghi dell’Aktion Reinhardt, il nome in codice dell’operazione di annientamento sistematico? Vi fu forse una volontà politica che preferì la rimozione e l’oblio alla memoria? Attraverso la ricostruzione delle vicende di chi incontrò la morte nei campi della Polonia orientale, dei processi che decenni dopo coinvolsero i responsabili e delle decisioni che condussero verso il baratro, Frediano Sessi restituisce un racconto esaustivo e dettagliato, ricco di documenti inediti, nell’intento di riempire questo «vuoto di parole» e di consegnarci l’enormità di quanto successo: «se si ascolta l’inquietante solitudine di questi boschi, isolati e deserti, si comprende che il monumento agli ebrei assassinati nei centri di sterminio dell’Aktion Reinhardt, a Chelmno o nelle fosse del margine nord di Majdanek, sono proprio il suolo nudo, la foresta, l’acquitrino da cui a volte spunta qualche fiore, sorto da quella terra sacra».
19

Prospettiva Olocausto. Colpe e responsabilità

Compagnone Vito
Editore: Edizioni Sophìa
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
"Mi ritrovo a raccontare questa tragica storia col preciso intento di evidenziare e analizzare non solo i fatti in sé, ma soprattutto le gravi responsabilità degli apparati di potere che, anche a causa di un assordante e vile silenzio, favorirono la tragedia della Shoah. Il mio sarà quindi solo uno stimolo per soffermare l’attenzione del lettore sulle reali cause di quegli avvenimenti, oltre che sulla loro crudeltà e sulla lucida follia di un progetto studiato nei suoi particolari più dettagliati. Questo mio lavoro è quindi finalizzato a trasmettere alle classi future quelle conoscenze storiche capaci di scongiurare il sorgere di qualsiasi nefasta esperienza oppressiva, di portata devastante, come l’Olocausto degli Ebrei. Voglio sperare, infatti, che si possa avviare, innanzitutto nell’ambito di ogni singola famiglia, un processo informativo e di sensibilizzazione teso a conciliare l’animo di ciascun individuo con l’anima delle tante vittime della Shoah." (dall’introduzione dell’autore)
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Antifascisti oltre il Lager. L’impegno dei testimoni

Castoldi Massimo (cur.); Mantelli Brunello (cur.); Tedeschi Emanuele (cur.)
Editore: Viella
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Angelo Adam, Charlotte Delbo, Andrea Gaggero, Maurice Goldstein, Hermann Langbein, Primo Levi, Gianfranco Maris, Teresa Noce, Bruno Vasari. Nove persone. Sette uomini e due donne. Sei italiani, un belga, una francese, un austriaco. Tre ebrei, sei “gojim”. Una dattilografa divenuta poetessa e scrittrice, un’operaia poi madre costituente, un sacerdote cacciato dalla chiesa e fattosi militante per la pace, un operaio avversario di tre dittature, un chirurgo di fama, un attore diventato scrittore e giornalista, un chimico e grande scrittore, un avvocato eletto in seguito al Senato della Repubblica, un funzionario dell’EIAR, di cui, divenuta essa RAI, sarebbe diventato dirigente. Li accomuna l’essere stati antifascisti militanti, aver fatto parte di quella minoranza che sin dai primi momenti si oppose all’onda fascista. E come tali furono catturati e deportati nei Konzentrationslager nazionalsocialisti: Auschwitz, Dachau, Mauthausen, Ravensbrück. Se oggi esiste una comune casa europea democratica e sociale lo dobbiamo anche a loro e alla loro testimonianza.

Pubblicato in DATI il 17/01/2025