Giornata della Memoria 2024 - Saggistica

In occasione della Giornata della Memoria, che ricorre il 27 gennaio, proponiamo una selezione di 30 saggi di recente pubblicazione legati all'Olocausto.

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1

Gli italiani e la soluzione finale. Chi si oppose ai nazisti? E come?

Jennings Christian
Editore: Longanesi
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Italia, Seconda guerra mondiale. Quando Hitler diede l'ordine ai suoi ufficiali di attuare la «soluzione finale della questione ebraica», furono molti gli italiani – spesso ingiustamente dimenticati – che con incredibili azioni di ingegno e di coraggio garantirono la salvezza a centinaia di persone. Christian Jennings si è messo sulle tracce di queste persone e ha scoperto i loro nomi e le loro storie: il primario del Fatebenefratelli di Roma, Giovanni Borromeo, che ha inventato un'inesistente malattia infettiva altamente contagiosa, la Sindrome K, per salvare centinaia di ebrei dalla deportazione; il ciclista Gino Bartali, che consegnava messaggi ai partigiani tenendoli nascosti nella canna della sua bicicletta; don Francesco Repetto, che ha offerto riparo a centinaia di ebrei nelle case, nelle chiese, nei conventi dei paesi liguri; l'adolescente Ernestina Madonini, che ha salvato dalla deportazione la coetanea Eugenia Cohen nascondendola nella soffitta della sua casa nel cremonese. Attingendo a materiali d'archivio inediti in Italia, Germania, Vaticano, Svizzera, Regno Unito e Usa, questo libro racconta la storia di chi ha rischiato la propria vita per salvare quella di centinaia di persone.
2

La piccola Hempel. La testimonianza unica di una bambina scampata alla ferocia dell'eugenetica nazista

Hempel Manthey Elvira; Silvestri Erika (cur.)
Editore: UTET
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
1938, Sassonia-Anhalt: Elvira Hempel ha solo sette anni quando viene diagnosticata come «mentalmente inferiore» solo perché suo padre, alcolizzato e senza lavoro fisso, era stato bollato come «asociale». Gli Hempel sono tedeschi, ma questo non basta, anzi: in base alla legge sulla salute ereditaria bisogna estirpare tutte le tare che minacciano la purezza razziale del popolo tedesco. È proprio il medico che la visita a chiedere il suo ricovero urgente presso il manicomio di Uchtspringe, in un reparto speciale per bambini dove ritrova la sorellina Lisa, che ha solo due anni. Ma quello che sembra un ospedale è, in realtà, un inferno. Medici e infermieri concedono una morte «misericordiosa» a quelle che considerano vite indegne di essere vissute: bambine e bambini che saranno tra le prime vittime della ferocia dell’eugenetica nazista. Il programma di “eutanasia” per le persone con disabilità fisiche o ritenute affette da malattie mentali – in cui, dal 1939 al 1945, si stima siano stati uccisi complessivamente più di trecentomila tra donne, uomini e bambini – è ancora oggi il meno conosciuto e ricordato tra i crimini nazisti. Quella di Elvira è quindi una testimonianza di enorme valore storico, tra le pochissime scritte da un testimone oculare e la prima a essere tradotta in lingua italiana. A raccontare è la sua voce limpida e immediata, capace di evocare un’infanzia difficile in una famiglia povera e marginalizzata, per poi piombare all’interno della macchina di sterminio nazista. Eppure, misteriosamente, quando viene trasferita a Brandenburg an der Havel, portata all’ingresso della camera a gas, Elvira è l’unica a essere risparmiata. La sorellina Lisa, invece, muore, ed è a lei che Elvira ha dedicato questo libro e la sua battaglia. Crescendo, dopo la guerra, Elvira intravede in questo miracolo il segno di una missione: combatterà per avere finalmente giustizia, chiedendo che lei e quelli come lei vengano riconosciuti vittime dell’Olocausto vere e proprie. La sua lotta, continuata fino alla morte, non può dirsi ancora del tutto conclusa.
3

La Shoà e le sue radici. Un percorso didattico

Volli, Ugo
Editore: Marcianum press
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Anche se compresa solo di recente, in forte ritardo rispetto ai fatti, la necessità di una didattica della Shoà è ormai largamente riconosciuta. Essa è necessaria per preparare la ricorrenza annuale della Giornata della memoria e ricordare così adeguatamente il genocidio del popolo ebraico, ma anche per ripensare criticamente larghe parti della nostra storia che in qualche modo l’hanno reso possibile. Questo libro è uno dei primi strumenti didattici progettati per affrontare tale difficile tema educativo. Non descrive solo i fatti del genocidio e la sua preparazione da parte del regime nazista, ma si sforza di inquadrare la distruzione degli ebrei europei nel suo contesto più ampio. Esso guarda dunque a quel che è accaduto non solo in Germania e nei campi di sterminio istituiti dal regime nazista, ma in tutta Europa, considerando i paesi occupati ma anche gli alleati, con uno sguardo particolarmente attento alle vicende italiane. Il libro ne illustra i precedenti: l’antigiudaismo cristiano, quello islamico e quello laico della modernità. Si descrivono infine i processi ai criminali nazisti, la progressiva presa di coscienza del significato della Shoà e la rinascita attuale dell’antisemitismo sotto forma di antisionismo. Una particolare attenzione è dedicata alle parole che definiscono in diversa maniera questi fenomeni storici: Shoà e Olocausto, genocidio e crimini contro l’umanità, antisemitismo e antigiudaismo. Il libro è corredato da un’ampia bibliografia ragionata.
4

Sempre con me. Le lezioni della Shoah

Fiano, Emanuele
Editore: Piemme
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Possono le testimonianze dei sopravvissuti, le efferatezze dei carnefici e tutti gli orrori della Shoah trasformarsi in indelebili lezioni per le generazioni di oggi e di domani? Emanuele Fiano tiene insieme i ricordi delle persone a lui più care, da suo padre Nedo fino a Liliana Segre, da Primo Levi a Sami Modiano, tra gli altri e, insieme a loro, i gesti e le confessioni degli assassini e, riannodando i fili della memoria, ci consegna una potente riflessione su ciò che è accaduto, sull'eredità della più grande tragedia del Novecento e soprattutto sul senso che essa ha per noi che viviamo tempi diversi e lontani. Perché, come dice lui stesso: «Me le sento tutte dentro di me le loro voci e i loro pensieri. E saranno sempre con me, come una colonna sonora della mia vita. Mi interrogo ogni giorno: qual è in fondo la loro lezione? Qual è la lezione contemporanea del male che hanno subito? Loro e quelli che non hanno potuto raccontare. E qual è la lezione che viene da coloro che li torturarono, da loro e da coloro che volsero il viso dall'altra parte, e da coloro che li separarono dalle madri e dai padri, e da coloro che li osservarono nudi, terrorizzati, esausti, soli, come insetti da schiacciare, e che li schiacciarono, come rane d'inverno. Ci sarà una lezione che la storia ci ha consegnato? Ci sarà di sicuro, è il sale della nostra vita, se vogliamo vivere con gli occhi aperti e sempre in ascolto».
5

La mia amica Anne Frank

Pick-Goslar, Hannah
Editore: De Agostini
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Aprile 1933, Berlino. Hannah ha solo cinque anni quando a casa succede qualcosa di insolito: d’un tratto, vede i suoi genitori che impacchettano mobili, levano i quadri dalle pareti, preparano valigie. Un gioco difficile da capire, anche per una bambina sveglia come lei. Hitler è appena arrivato al potere, le leggi razziali sono a un passo; i Goslar, come tante famiglie ebree tedesche, hanno deciso di fuggire all’estero. Ad Amsterdam trovano casa in un quartiere residenziale verde e pulito, ma restano dei fuggiaschi in una città straniera. E quando un giorno dal droghiere sentono un accento familiare, una madre e una figlia che parlano in tedesco, per un attimo sono di nuovo a casa. Sorridono. Hannah fa subito amicizia con quella sua coetanea dagli occhi scuri e vivaci. Si chiama Anne Frank, e anche lei è arrivata in Olanda dalla Germania nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei. Ben presto le due diventano inseparabili, compagne di giochi e di scuola: crescono insieme, condividono sogni, speranze, paure. Sono sette anni prima spensierati, poi sempre più adombrati dai presagi di guerra. Finché l’occupazione nazista non arriva a dividerle. I Frank spariscono da un giorno all’altro: qualcuno dice che sono fuggiti in Svizzera, e Hannah si aggrappa al pensiero che la sua amica Anne sia lontano, al sicuro. Fino al momento in cui è la sorte della sua stessa famiglia a essere in pericolo. Hannah, suo padre, sua sorella Gabi e i nonni vengono deportati nel campo di Bergen-Belsen. È lì che le due amiche si ritroveranno, in un ultimo, straziante incontro. Hannah sopravvivrà per raccontarlo. Anne vivrà attraverso il suo diario. "La mia amica Anne Frank" è una testimonianza eccezionale, un esempio necessario di amore e resilienza, e insieme un ritratto inedito della ragazza che è diventata il simbolo universale della memoria capace di sconfiggere il male.
6

Il contrario dell'oblio. L'olocausto tra memoria e giustizia

Kinstler, Linda
Editore: Einaudi
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
L’aviatore Herberts Cukurs è considerato un eroe nazionale lettone. Eppure durante la Seconda guerra mondiale militava nel Commando Arajs, una brigata della morte al servizio dei tedeschi. Mentre nella Lettonia di oggi si indaga su Cukurs per decidere se processarlo, Linda Kinstler scopre che suo nonno Boris, di cui si sono perse le tracce nel 1949, era legato allo stesso famigerato Commando. Ma quale ruolo aveva? Era un collaboratore dei tedeschi o una spia dei russi, o entrambe le cose? Kinstler prova a dipanare i fili della storia familiare e collettiva interrogandosi sulle ondate di revisionismo, sui meccanismi della giustizia, sulla conservazione e manipolazione della memoria, nonché sugli strumenti che abbiamo a disposizione per sconfiggere l’oblio.
7

Caccia ai nazisti. Marzabotto, Sant'Anna e le stragi naziste in Italia: la storia del procuratore che ha portato i colpevoli alla sbarra

De Paolis, Marco
Editore: Rizzoli
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
«Nonostante il lungo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione degli autori e per l’accertamento delle responsabilità.» Recita così il decreto di archiviazione del 1960 per i fascicoli dell’«Armadio della vergogna», con il quale la procura generale militare di Roma negherà la giustizia per le stragi compiute dai nazifascisti in Italia dopo l’8 settembre 1943. Non era vero. Le «notizie utili» c’erano eccome, ma qualcuno aveva scelto, arbitrariamente, di non andare avanti con le indagini. A fare una scelta diversa, a oltre quarant’anni da quell’archiviazione, sarà il giovane procuratore militare di La Spezia, Marco De Paolis. In questo libro è lui a raccontare i quindici anni, tra il 2002 e il 2018, di indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari. Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Civitella in Val di Chiana, ma anche Kos e Leros, Cefalonia: sono solo gli episodi più conosciuti tra quelli di cui De Paolis si è occupato, consapevole che «il dolore non va in prescrizione» e che la sete di verità dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime era stata ignorata per troppo tempo. Una storia avvincente, una caccia ai colpevoli tra Italia, Germania e Austria per interrogare gli ex SS ancora in vita e stabilirne le responsabilità, portarli alla sbarra, farli condannare. E insieme un racconto intimo e privato di cosa ha significato immergersi in «un dolore così immenso», come lo definirà uno dei sopravvissuti, il dolore di chi ha dovuto subire l’ulteriore ingiustizia «del mancato assolvimento da parte dello Stato del primario e doveroso compito di ricercare, processare e punire i responsabili di quella brutale violenza». Con la prefazione di Liliana Segre.
8

L'eco del tempo. Quattro compositori, la guerra e l'Olocausto, la musica della memoria

Eichler, Jeremy
Editore: Marsilio
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Se spesso la storia finisce per ridursi a una fredda successione di eventi e date, la musica spalanca una porta segreta su un racconto tragico intessuto di illusioni e dolore. Con l’orecchio del critico, lo sguardo dello storico, lo spirito del narratore, sulle tracce di Schonberg, Strauss, Šostakovic e Britten, Jeremy Eichler ci riporta ai giorni del massacro di Babyn Jar, non lontano da Kyiv, e tra le rovine della cattedrale di Coventry; al principesco rifugio di Richard Strauss nel Sud della Baviera e ai resti di una quercia nel campo di Buchenwald. Da quattro opere in cui questi giganti della musica del Novecento hanno immortalato sogni, speranze e paesaggi sgorgano innumerevoli significati e connessioni. Il filo che lega Beethoven, un’ode di Schiller sull’utopia di un mondo di libertà, uguaglianza e fraternita, le Metamorphosen di Strauss e i versi di un Goethe assorto, appoggiato a un albero di cui oggi non rimane che un ceppo coperto di pietre della memoria. I timori di un giovane Benjamin Britten a Bergen-Belsen che lo condurranno al War Requiem, straziante omaggio all’esperienza bellica del suo paese e insieme invocazione pacifista di un futuro senza guerre. Gli abitanti di Kyiv e una tragedia già consegnata all’oblio, se la Tredicesima sinfonia di Šostakovic non avesse interrotto quell’amnesia coatta. L’ambizioso progetto del Moses und Aron, estremo tentativo di difendere la profonda sintesi fra tradizione ebraica e cultura tedesca in cui Schonberg aveva creduto e che lui stesso incarnava. Mentre scompare l’ultima generazione dei sopravvissuti alle catastrofi del secolo scorso, stabilire un contatto con queste opere rimane una delle rare occasioni per fare i conti con le sue eredita. Per questo, chiarisce Eichler, «il libro e anche un elogio dell’ascolto in profondità, della capacita di sentire nella musica il riverbero di un’epoca, l’eco del tempo».
9

Schiavi di Hitler. I militari italiani nei lager nazisti

Franzinelli, Mimmo
Editore: Mondadori
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
All'annuncio dell'armistizio, divulgato radiofonicamente dal maresciallo Badoglio l'8 settembre 1943, segue rapidamente – in patria e all'estero – lo sfacelo del Regio Esercito. Da Milano a Roma, dalla Francia alla Jugoslavia sino all'isola di Cefalonia, i reparti italiani, lasciati senza direttive, sono esposti all'offensiva dell'ex alleato tedesco e oltre 750.000 tra soldati e ufficiali vengono catturati e deportati nei Lager del Reich. Di questi, solo una minoranza accetta di aderire alla Repubblica sociale italiana in cambio della libertà. Le esigenze dell'economia bellica nazista trasformano quella massa di uomini in forza lavoro coatta: «schiavi di Hitler» fino alla fine della guerra. Basandosi su diari, lettere e fonti d'archivio, Mimmo Franzinelli ripercorre la storia dolente della Resistenza senz'armi di quegli uomini sottoposti a condizioni terribili e per i quali verrà istituita la categoria di Internati Militari Italiani (IMI) per privarli delle garanzie internazionali previste per i prigionieri di guerra. Alle pagine di analisi storica, in cui vengono ricostruite le modalità di cattura di migliaia di giovani soldati, la loro odissea verso i campi di concentramento, le dinamiche collaborazioniste e la strategia «persuasiva» della RSI, subalterna alle esigenze dei nazisti, fa da contraltare la narrazione della vita quotidiana nei Lager in uno stato di privazione assoluta. A raccontare il proprio calvario sono i protagonisti stessi: uomini finora trascurati dalla storia, ma anche figure note, da Giovannino Guareschi a Mario Rigoni Stern. Corredato di una ricca bibliografia, con il censimento delle memorie di tanti internati, "Schiavi di Hitler" approfondisce anche la terribile realtà delle «stragi sconosciute», perpetrate in diverse località da militari tedeschi nella ritirata finale e ignorate nel secondo dopoguerra dalla magistratura militare italiana, in una negazione della giustizia di cui vengono esaminate ragioni e conseguenze. Ma l'opera di Franzinelli rappresenta soprattutto il doveroso omaggio ai tanti reduci dai Lager che, divenuti stranieri in patria ed esclusi per decenni dalla memoria collettiva, hanno ricevuto solo di recente un tardivo – e, per molti, postumo – riconoscimento del valore di quella loro Resistenza.
10

Giustificare il genocidio. La Germania, gli Armeni e gli Ebrei da Bismarck a Hitler

Ihrig, Stefan
Editore: Guerini e associati
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Il Metz Yeghérn (il Genocidio Armeno) e la Shoah hanno legami molto profondi. Purtroppo, però, queste connessioni sono spesso ignorate, trascurate o silenziate. La politica estera di Bismarck e Guglielmo II, volta ad assicurare la grandezza tedesca, scelse di stringere relazioni d’acciaio con l’Impero ottomano, ormai in declino. Gli armeni, alla ricerca dell’indipendenza dal dominio turco, divennero un problema anche per la Germania. Dal 1890 in poi, la Germania si abituò così a giustificare violenze efferate contro gli armeni, accettandole come una necessità politica. Dopo la Prima guerra mondiale, dopo lo sterminio degli armeni, nazionalisti tedeschi e nazisti prima negarono e poi «giustificarono» il Genocidio. Nessuna storia del Ventesimo secolo dovrebbe ignorare le connessioni profonde, dirette e inquietanti tra Shoah e Metz Yeghérn, con le loro ripercussioni tutt’altro che marginali sull’attualità, spesso insidiosa o tragica.
11

Dentro la Shoah. Lo sterminio in atto. Il rapporto alleato del 1942

La Fauci Filippo
Editore: youcanprint
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Questo libro è costituito da due parti. La prima è la trascrizione integrale, ragionata e sistematica della rara traduzione italiana di uno dei primissimi rapporti sulla Shoah, dal titolo Lo stermino degli Ebrei, pubblicato dal Comitato d’Informazioni Interalleato di Londra nel dicembre del 1942. La “soluzione finale” era drammaticamente in atto e il rapporto la descriveva e denunciava con tragica vividezza. Esso consente oggi di osservare la Shoah mentre stava avvenendo e di rivivere lo stupito orrore dei contemporanei di fronte alle politiche di sterminio naziste. La seconda parte contiene due appendici con esempi molto significativi dell’antisemitismo fascista. Una comprende testi e immagini della rivista La Difesa della Razza, l’altra si concentra su alcuni articoli antisemiti del quotidiano Il Regime Fascista, pubblicati durante i primi mesi della Repubblica Sociale Italiana. Sia il rapporto del 1942 che i testi analizzati nelle appendici appartengono alla collezione dell’autore.
12

Il diario di Dachau

Marchetti Leonardo
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Il ritrovamento di un diario segreto risalente alla seconda guerra mondiale, un complotto misterioso, una verità sconvolgente sulla scomparsa del più temuto dittatore di tutti i tempi: gli ingredienti per un romanzo avvincente ci sono tutti, e la penna di Leonardo Marchetti viaggia abilmente tra passato e presente, svelando al lettore a poco a poco i pezzi di un intricato e terribile puzzle. Andrea non crede ai suoi occhi quando si rende conto di quello che stringe tra le mani: nelle pagine di quel diario c'è davvero scritto di esperimenti top secret svolti nel campo di Dachau con lo scopo di mantenere in vita Hitler? Quando Andrea scompare, però, è il suo amico Lorenzo che deve cercare di far luce su quello che sta succedendo: non potrà fidarsi di nessuno e anche la sua stessa vita sarà in pericolo, ma farà di tutto per fermare un piano folle e criminale che potrebbe cambiare la storia per sempre.
13

Le mani sporche della chiesa nella Shoà

Marandola Antimo
Editore: Il vaso di ferro
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto RELIGIONI
Hitler non ha inventato l'antisemitismo. Partendo da questo punto fermo il libro procedere a ritroso per trovare dove fosse nato e a opera di chi. A forza di andare indietro nel tempo si arriva al “motore immobile” che sono i Vangeli e il “processo” farsa a Gesù. Da lì scaturì l’accusa di deicidio con tutti i corollari che ne seguirono, nel tempo, in un tragico arricchimento dell’armamentario persecutorio che è costato milioni di morti. La ricerca spazia su 2000 anni di storia, in 23 paesi
14

Ucraina senza ebrei

Grossman, Vasilij Semenovic
Editore: Adelphi
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Quando nel 1943, dopo due anni di occupazione tedesca, Vasilij Grossman entra al seguito dell’Armata Rossa nei territori liberati dell’Ucraina orientale, a colpirlo non sono tanto le lacrime e le grida straziate, quanto piuttosto «il silenzio della morte», il silenzio di un popolo massacrato con aritmetica ferocia. «Dov’è il popolo ebraico? ... Dov’è il milione di ebrei che tre anni fa viveva e lavorava su questa terra in pace e armonia con gli ucraini?». Ben prima di trovarsi dinanzi all’«inferno di Treblinka» e che i crimini nazisti siano svelati al mondo in tutta la loro efferatezza, Grossman non si accontenta di rispondere a questa domanda, ma scandaglia le cause di quello che già si delinea ai suoi occhi come «il crimine più grande che sia mai stato commesso nella storia».
15

Campo Ferramonti. Storia di una vita

Ambrosio Pino
Editore: Mediabooks
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Ferramonti è una frazione del Comune di Tarsia in provincia di Cosenza, dove negli anni del ventennio fascista, era sorto un campo di concentramento. Il Campo di Concentramento di Ferramonti è stato il risultato delle politiche in difesa della razza adottate dal regime fascista: le leggi razziali, introdotte con il Regio decreto legge n. 1728 del 17 novembre 1938, di fatto, sancirono l'istituzione dei campi, quale prima conseguenza dell'entrata in guerra dell'Italia, nel giugno 1940, al fianco della Germania nazista. Il campo venne aperto ufficialmente il 20 giugno del 1940 quando vi giunsero un primo gruppo di 160 ebrei provenienti da Roma. Nel corso degli anni nel campo vi furono internati oltre tremila ebrei stranieri presenti sul territorio italiano, ebrei italiani, antifascisti italiani e stranieri (dal 1941), gruppi di cinesi, profughi politici e molti dissidenti del regime deportati da varie regioni italiane. Pino Ambrosio ci dona una storia nella storia che molti italiani, ebrei italiani e a vario titolo cittadini stranieri sono stati costretti a vivere e subire nel Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (Cosenza).
16

Uno strano destino

Segre, Liliana
Editore: Solferino
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Il 19 gennaio 2018 Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, viene nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo l’orrore di Auschwitz, il ritorno alla vita e gli oltre trent’anni di testimonianza nelle scuole, si apre per lei una nuova fase: quella dell’impegno istituzionale. «Per uno strano destino», dirà il 13 ottobre 2022, inaugurando a Palazzo Madama la nuova legislatura, «quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare, oggi si trova addirittura sul banco più prestigioso del Senato». Sono tante, dopo la nomina, le attestazioni di stima e di affetto, ma arrivano anche minacce e messaggi d’odio. Serve la scorta. Liliana Segre però non si arrende e, a braccetto con i carabinieri, porta avanti la sua attività al servizio del Paese. Con analogo spirito civile, nel febbraio 2022, accetta di tenere una rubrica («La Stanza») sul settimanale «Oggi»: una possibilità di dialogo diretto con i lettori che va dalla sua storia personale ai temi della contemporaneità, come la guerra, la pandemia, le migrazioni, l’emergenza climatica. In questo volume, introdotto da una Prefazione di Carlo Verdelli, ritroviamo le rubriche scritte per «Oggi» e i discorsi pubblici più importanti che insieme compongono anche un racconto in presa diretta dell’Italia. In apertura, inoltre, in una conversazione con Alessia Rastelli, la senatrice spiega come abbia vissuto questi ultimi anni e da dove nasca il suo impegno. Mentre la Postfazione del figlio Luciano Belli Paci offre uno scorcio intimo, privato, su come sia cambiata la vita della madre e sul privilegio di esserle accanto.
17

Ci sarà ancora domani questo cielo? Infanzie perdute, infanzie ritrovate ai tempi della Shoah

Bonsignore Fiammetta; Menotti Tiziana
Editore: Kappa Vu
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Dieci storie vere che hanno come protagonisti bambini ebrei, tra Italia, Cecoslovacchia, Francia e Gran Bretagna, tra le leggi razziali, le deportazioni e i campi di sterminio. In qualche caso la salvezza. In un'Europa devastata dal nazifascismo e dalla guerra i semi dell'umanità non sono del tutto perduti, e individui e associazioni si mobilitano per salvare almeno i bambini. Storie conosciute come la razzia dell'ex ghetto di Roma del 16 ottobre del 1943 o la tragica fine dei bambini di Bullenhuser Damm nel 1945. Storie inedite come quella dei bambini salvati da Premysl Pitter e dai suoi collaboratori a Praga e nella zona dei castelli boemi. Storie di bambini e adolescenti che vengono ospitati in Inghilterra, a Windermere e a Lingfield, dove ritroveranno la gioia di vivere e il sostegno di figure amorevoli che li aiuteranno a superare o a ridimensionare il trauma vissuto. E storie di bambini che scampati all'orrore sono stati ospitati in una colonia, a Selvino, che diventa luogo di rinascita e apertura verso un futuro. E poi l'intervista ad una bambina, oggi novantenne, che ha sperimentato cosa significa fuggire, nascondersi, avere paura e poi poter riemergere e continuare a sentire il sapore autentico dell'esistenza. «Ci sarà ancora domani questo cielo?» è la domanda che una tra le bambine e i bambini di cui qui si narra la storia si pone, dopo aver sperimentato l'assenza di cielo, la fame, la sete, la mancanza delle figure parentali, la privazione del gioco, quando si rende conto che qualcosa è cambiato. Adesso c'è un cielo, c'è un letto, c'è latte e pane, c'è un azzurro da poter guardare. Ci sarà ancora domani questo cielo? è il titolo più adatto per questo libro che tratta, attraverso racconti di storie individuali e collettive, dentro spazi italiani ed europei, in un contesto storico che va dal 1938 alla fine della Seconda guerra mondiale, l'infanzia e le sue connotazioni di dolore e sofferenza ma anche di resistenza e speranza.
18

Hannah Arendt. Filosofia e politica dopo Auschwitz

Mori, Luca <1971->
Editore: Carocci
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto FILOSOFIA
L'opera di Hannah Arendt prende corpo tra Europa e Stati Uniti, nello sforzo costante di comprendere gli eventi storici più rivelatori delle migliori possibilità e delle peggiori miserie della condizione umana. Riflettendo sul concetto di “politico” dopo Auschwitz, Arendt ha evidenziato i limiti dei precedenti tentativi di afferrarne il significato senza considerare che non l'Uomo al singolare, ma gli esseri umani abitano la Terra. La pluralità che Arendt ha in mente è quella che riesce a trovare piena espressione, attraverso discorsi e azioni, soltanto qualora esista uno spazio pubblico-politico in cui sia possibile condividere un mondo comune, come accadde, in modi differenti e per un breve periodo, nella polis democratica dell'antica Grecia e con il “nuovo inizio” della Rivoluzione americana. Dell'opera di Arendt il libro propone una ricostruzione dettagliata, attenta a cogliere motivi e modalità del suo profondo ripensamento del nesso tra filosofia, politica e storia, compiuto quando appariva ormai inesorabilmente spezzato il “filo della tradizione” risalente alla Bibbia e a Platone e Aristotele.
19

L'Olocausto. Una storia incompiuta

Stone, Dan
Editore: Einaudi
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
L'Olocausto è molto studiato, molto commemorato e molto raffigurato. Ma ancora ci sono aspetti importanti della sua storia che sono stati trascurati. Il volume ci permette di approfondire le nostre conoscenze sull'argomento, qui trattato in tutti i suoi aspetti e su scala globale. Dan Stone sottolinea come l'idea di «macchina dello sterminio» sia incompleta: molte persone vennero in realtà uccise nei luoghi in cui vivevano e nei modi piú brutali. Delinea la pervasività del collaborazionismo in tutta Europa, sostenendo con forza che dobbiamo smettere di pensare all'Olocausto come a un progetto esclusivamente tedesco. Considera anche la natura del trauma generato dall'Olocausto e i motivi per cui la sofferenza ebraica deve ancora essere pienamente valutata. Per Stone, il nucleo principale da cui partire per comprendere il pensiero e l'agire dei nazisti è l'ideologia genocida, delle cui origini fornisce un'approfondita analisi. Mettendo a frutto decenni di ricerche, il saggio sovverte molto di ciò che pensiamo di sapere sull'Olocausto. L'autore utilizza documenti nazisti, ma anche diari, testimonianze del dopoguerra e persino i prodotti di fiction, per esortarci, in un'epoca di crescente nazionalismo e xenofobia, a comprendere in tutta la sua portata e complessità la vera storia di un trauma che non smette di sconvolgere le coscienze.
20

L'inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Tteblinka

Pezzetti Marcello
Editore: Gangemi Editore
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
«Con gli ebrei - lo voglio dire chiaro e tondo - dobbiamo farla finita in qualche modo. (...) Io parto dall'aspettativa che loro spariscano. Devono sparire. (...) Miei signori, devo pregarvi di armarci contro considerazioni di pietà. Dobbiamo sterminare gli ebrei ovunque si trovino e ovunque sia possibile in qualche modo» Discorso del Governatore Generale Hans Frank a Cracovia Seduta del governo, 16 dicembre 1941. «Dove mi trovo? All'inferno, un inferno popolato di diavoli. Aspettiamo la morte che può arrivare in ogni momento, nel migliore dei casi fra qualche giorno. E come premio per qualche giorno di sopravvivenza dobbiamo sporcarci le mani aiutando quei banditi nel loro lavoro. No, non possiamo farlo!» Chil Rajchman, Sopravvissuto al campo della morte di Treblinka.
21

Un uomo di poche parole. Storia di Lorenzo, che salvò Primo

Greppi, Carlo
Editore: Laterza
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
In “Se questo è un uomo” Primo Levi ha scritto: «credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi». Ma chi era Lorenzo? Lorenzo Perrone, questo il suo nome, era un muratore piemontese che viveva fuori dal reticolato di Auschwitz III-Monowitz. Un uomo povero, burrascoso e quasi analfabeta che tutti i giorni, per sei mesi, portò a Levi una gavetta di zuppa che lo aiutò a compensare la malnutrizione del Lager. E non si limitò ad assisterlo nei suoi bisogni più concreti: andò ben oltre, rischiando la vita anche per permettergli di comunicare con la famiglia. Si occupò del suo giovane amico come solo un padre avrebbe potuto fare. La loro fu un’amicizia straordinaria che, nata all’inferno, sopravvisse alla guerra e proseguì in Italia fino alla morte struggente di Lorenzo nel 1952, piegato dall’alcol e dalla tubercolosi. Primo non lo dimenticò mai: parlò spesso di lui e chiamò i suoi figli Lisa Lorenza e Renzo, in onore del suo amico. Questo libro è la biografia di una ‘pietra di scarto’ della storia, di una di quelle persone che vivono senza lasciare, apparentemente, traccia e ricordo di sé. Ma che, a ben guardare, sono la vera ‘testata d’angolo’ dell’umanità.
22

Adolf Hitler privato

Anile Michelangelo
Editore: youcanprint
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Al di là del personaggio pubblico, non era facile inquadrare Adolf Hitler: formale e affascinante, magnetico ed enigmatico, privato e artista, soldato e stratega, diffidente e vanitoso, autoritario e diabolico. Autodidatta, non aveva titoli di studio, viveva ostinatamente con se stesso fino ad autodefinirsi sonderlig (un originale) o gridare ad alta voce Ich bin ein Kunstle! (Io sono un artista!) tanto da non permetteva a nessuno di rivolgersi con il du (tu), ma solo con il sie (lei). Alla maggioranza dei gerarchi nazisti si rivolgeva chiamandoli per cognome e questi lo salutavano con la formula "Mein Führer"; i confidenti abituali lo salutavano con il classico "Herr Hitler", ma per tutti era il capo (der Chef). Le donne lo ammiravano e desideravano ardentemente di sostenerlo e aiutarlo. Per tutte usava espressioni delicate come Mein Prinzesschen (Mia Principessa), Meine kleirne Goafin (Mia Contessina), Mein Sonnenschein (Mio piccolo raggio di sole) ed usava una Susse stimme (Una voce armoniosa) per catturare le giovani prede. Denominato Wolf (Lupo) per l'aggressività del suo comportamento, sapeva mettere a suo agio l'interlocutore, sapeva farsi amare dai suoi soldati, era gentile con i collaboratori e soprattutto galante con le signore.moglie Eva Braun con il quale si suicidò il 30 aprile 1945.
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Riparare i danni. I perseguitati dai fascismi in Austria, Francia, Germania, Italia. Sottrazioni, restituzioni, indennizzi

D'Amico Giovanna
Editore: Le Monnier
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Il volume ricostruisce le persecuzioni e reintegrazioni dei «perseguitati dai fascismi» in un’ottica comparata, attraverso l’analisi delle storiografie dei quattro Paesi indagati, e cioè di Francia, Germania, Austria e Italia. L’arco temporale affrontato si snoda dalla salita al potere di Benito Mussolini sino ai giorni a noi più vicini, dato che i risarcimenti, le restituzioni dei beni e gli indennizzi alle «vittime» dei regimi incorsi tra le due guerre mondiali rappresentano una questione ancora aperta e di rilievo internazionale. Dall’analisi affiora il decisivo ruolo del fascismo italiano nell’imprimere modelli persecutori che ebbero effetti di ricaduta anche negli altri Paesi oggetto del volume, mentre nel dopoguerra la riabilitazione delle «vittime» venne pensata per prima dagli Alleati. Le élites politiche post-fasciste puntarono dal canto loro a reintegrarle, nella misura del possibile, «nella posizione in cui si sarebbero trovat[e] se la persecuzione non fosse stata [mai] attuata».
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I confini di una persecuzione. Il fascismo e gli ebrei fuori d’Italia (1938-1943)

Sarfatti, Michele
Editore: Viella
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Il regime fascista introdusse la legislazione antiebraica nelle colonie? Fra il 1938 e il 1943 gli ebrei stranieri entrarono in Italia e nei territori da lei controllati? Mussolini seppe, nel 1942, dello sterminio in atto nel continente? Come rispose alle richieste tedesche di consegna e che provvedimenti prese verso gli ebrei italiani residenti nei paesi dominati dal Terzo Reich? Sulla base di una ricerca archivistica molto estesa, questo volume illustra politiche e iniziative attuate al di là del confine nazionale o proprio intorno a esso, evidenziando il ruolo decisionale di Mussolini. La ricostruzione del trattamento riservato agli ebrei italiani, locali e stranieri fuori della penisola completa le conoscenze su quanto accadde nel Paese in quegli stessi anni e offre ulteriori elementi per comprendere l'articolazione fra politiche e ideologia nel regime fascista.
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L'olocausto prima di Hitler. 1918-1921. I pogrom in Ucraina e Polonia alle origini del genocidio degli ebrei

Veidlinger, Jeffrey
Editore: Rizzoli
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
In Ucraina, tra il 1918 e il 1921, oltre centomila ebrei furono massacrati da contadini, cittadini e soldati: gente comune che li accusava dei disordini portati dalla Rivoluzione russa. Si registrarono centinaia di singoli episodi in cui gli ebrei furono derubati dai propri vicini; le loro case e attività devastate, le sinagoghe date alle fiamme, i rotoli della Torah distrutti. Le donne violentate, gli uomini uccisi. Oggi di questi pogrom non si ha quasi più memoria, ma a quei tempi conquistarono le prime pagine dei più importanti giornali internazionali. Le testimonianze dei sopravvissuti, emigrati o sfollati, portarono le principali associazioni umanitarie a lanciare un grido d'allarme: sei milioni di ebrei erano a rischio di sterminio. Una profezia che si sarebbe tristemente avverata di lì a vent'anni. Come ricorda l'autore di questo libro: «Gli storici hanno cercato spiegazioni all'Olocausto nell'antigiudaismo teologico cristiano, nelle teorie razziali del XIX secolo, nell'invidia sociale, nel conflitto economico, nelle ideologie totalitarie, nelle politiche governative che stigmatizzavano gli ebrei e nei vuoti di potere creati dal crollo statale. Ma di rado hanno fatto risalire le radici dell'Olocausto alla violenza genocida perpetrata contro gli ebrei nella stessa regione in cui la "soluzione finale" avrebbe avuto inizio di lì a soli due decenni». Recuperando documenti a lungo ignorati negli archivi o portati alla luce solo di recente - tra cui migliaia di testimonianze dirette, verbali di processi e ordini ufficiali - lo storico Jeffrey Veidlinger ricostruisce per la prima volta come quell'ondata di violenza abbia creato le condizioni per l'immane barbarie dell'Olocausto. Attraverso le storie di sopravvissuti e carnefici, funzionari governativi ed esponenti delle associazioni umanitarie, questo saggio ricostruisce uno dei passaggi fondamentali della storia del XX secolo. Un monito a non dimenticare quei pogrom e le loro vittime.
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Senza volto

Goetz, Samuel
Editore: Besa muci
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Sam Goetz è un ragazzino polacco di soli undici anni quando comincia la sua terribile odissea. I nazisti serrano la presa sul ghetto ebraico di Tarnow, i treni stipati di deportati partono in continuazione, con tutto il loro carico di morte. La gente sale su quei treni e scompare, come scompaiono vicini e parenti di Sam, adulti e bambini che da un giorno all’altro vengono portati via. Sam osserva la brutalità e la violenza che avvolgono il suo mondo e anche lui comincia a capire il motivo di quelle partenze. Su uno di quei treni che hanno come destinazione certa la morte, Sam vedrà partire i suoi genitori, e a quel punto si troverà costretto a trasformare la sua disperazione e la sua paura in una ferma determinazione alla sopravvivenza. Quando anche Sam viene catturato dai nazisti, il racconto della sua esperienza lascia sulle pagine di questo libro un viaggio drammatico e surreale in un’Europa dilaniata dalla guerra e dagli indicibili orrori dei campi di morte. “Senza volto” è un’onesta e commovente testimonianza della forza dell’animo umano e della capacità di difendere la vita anche contro le minacce più terribili. Una storia vera, narrata con una prosa lucida e intensa, che mostra l’Olocausto attraverso gli occhi di un adolescente più maturo della sua età, e offre un monito a non dimenticare mai uno dei peggiori crimini contro il genere umano.
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Shoah e pietre d'inciampo. Intrecci di storia tra i vicoli e le calli

Cirillo Daniela; Costabile Gianpaola
Editore: La valle del tempo
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Angela e Olga sono due bambine, poi due donne, poi due signore a cui gli anni hanno aggiunto e non tolto. Ma sono anche la Storia: testimonianza che si fa racconto e memoria di un passato che non deve passare mai perché è sempre dietro l'angolo il potere maligno dell'oblio. "Meditate che questo è stato, vi comando queste parole": il monito di Primo Levi risuona nelle pagine di questo libro prezioso, che come un fiume carsico alimenta un racconto fatto di mille rivi e va ad aumentare la portata delle acque della memoria. Perché è vero che "questo è stato", ma lo è stato in tanti modi diversi per tante persone diverse. E il compito della Storia è proprio quello di costruire complessi mosaici partendo dalle singole tessere, che sono le vicende delle persone. Di Angela, di Olga, dei loro familiari. Dei piccoli e grandi avvenimenti simbolici che le hanno accompagnate. Affinché ciascuna di queste storie si faccia "pietra d'inciampo" sulla strada fin troppo facile della dimenticanza. Tutti i sopravvissuti all'esperienza del Lager si sono sentiti in dovere di raccontare, si sono fatti parola, verbo incarnato, manifesto vivente del male che può albergare nell'uomo quando la sua vista è annebbiata dall'odio. Prefazione di Viola Ardone.
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Auschwitz 1945

Fedele Fabrizio
Editore: Coppola Editore
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Nicola Contini Napoli è un bambino. Nove anni, un nascondiglio di assi di legno per nascondersi dalla realtà del campo. Nicola viene abbandonato, dimenticato, quando Auschwitz viene liberato. Solo, in un luogo ostile e spaventoso, comincia il proprio viaggio in quel pezzo di storia con l'immaginazione che solo un bambino può rievocare.
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Il razzismo in cattedra. L'Università di Milano e la persecuzione degli ebrei

Edallo Emanuele
Editore: Donzelli
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
La persecuzione fascista contro gli ebrei fu una pagina tragica della storia italiana, a lungo rimossa dalla memoria collettiva. Si diffuse l'idea che la legislazione antiebraica fascista non fosse troppo dura e che la responsabilità degli arresti e delle deportazioni fosse esclusivamente dei nazisti. Solo con gli anni sono emersi la radicalità dell'antisemitismo fascista e il decisivo ruolo di Mussolini. Il settore da cui nel 1938 si avviò la politica persecutoria fu quello dell'istruzione, ritenuta il cardine attraverso cui plasmare la mentalità degli italiani, e un ruolo di primo piano, per elaborare e propugnare il razzismo di Stato, sarebbe stato occupato dall'università. Il libro ricostruisce l'applicazione della legislazione antiebraica all'Università di Milano, dove la svolta antisemita fascista colpì quaranta tra professori, aiuti e assistenti. In molti casi erano illustri studiosi, che avevano messo a disposizione della causa fascista il proprio sapere; personalità diverse, per età ed esperienze, le cui vite vennero tragicamente accomunate dalla persecuzione. L'autore ne ripercorre le storie, raccontando le loro carriere, l'adesione al fascismo e il rapporto con l'ebraismo; ma anche l'allontanamento dall'accademia, le scelte di vita, la ricerca della salvezza e il ritorno a guerra finita. Sono storie di privazione, di fuga, di resistenza e, purtroppo, anche di deportazione. Al termine del conflitto, molti decisero di riprendere il proprio posto, spesso al fianco di chi li aveva sostituiti, in una sorta di continuità con il passato. Così fu anche per gli studenti, il cui ritorno fu segnato dall'indifferenza con cui ripresero gli studi. Come nota Michele Sarfatti nella prefazione, il libro intreccia la storia generale alle storie dei singoli, mettendo in luce il processo di rimozione che ha caratterizzato la realtà italiana del dopoguerra e contribuendo così all'adozione di uno sguardo «democratico e sincero su quel passato». Presentazione di Massimo Castoldi.
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Il gran Consiglio contro gli ebrei. 6-7 ottobre 1938: Mussolini, Balbo e il Regime

Fabre Giorgio
Editore: Il mulino
Reparto SCIENZE SOCIALI
Sottoreparto STORIA
Alle 10 di sera del 6 ottobre 1938 Mussolini mandò a tutti i membri del Gran Consiglio del fascismo la sua Dichiarazione sulla razza: un testo meditato per settimane, destinato a diventare il riferimento per la politica razzista del regime. Con sua sorpresa, il Gran Consiglio non si limitò ad accoglierlo, ma lo discusse per ben 5 ore, proponendo modifiche su aspetti cruciali. A partire da un documento finalmente emerso nella sua interezza, la copia della Dichiarazione annotata da Italo Balbo, Giorgio Fabre ricostruisce gli interventi di Mussolini e degli altri membri del Consiglio in quella straordinaria circostanza. Emerge come Mussolini cercò di contemperare le varie soluzioni accogliendo o respingendo alcune delle istanze avanzate dai leader fascisti, conoscendo le decisioni prese nel frattempo in Germania, ma mantenendo una certa distanza. Con un'analisi filologica dei documenti nelle diverse stesure, un confronto con le versioni del testo apparse sui vari organi di stampa, italiani e internazionali, le memorie dei protagonisti, nonché alcuni documenti inediti e i principali contributi storiografici sul tema, il libro presenta una lettura originale e ricca di novità testuali e interpretative: in particolare, spiega il successivo destino ministeriale del razzismo fascista.

Pubblicato in DATI il 16/01/2024