Il potere della comunicazione emozionale era teorizzato già nel 1944 da Lazarsfeld, il quale riteneva che il fiume della comunicazione dovesse passare per un agente di mezzo che fungesse da riferimento valoriale della comunità per arrivare al grande pubblico, ma quello che stanno facendo i bookblogger e i bookinfluencer oggigiorno ha superato di gran lunga qualsiasi tipo di previsione. Per lo più snobbati dal mondo dei librai e della critica, questi “social influencer”stanno entrando a pieno titolo nell'immaginario comunicativo moderno, dirigendo flussi, stimolando letture, acquisti.
Secondo l'AIE il 51% di coloro che comprano libri online sono influenzati da blog e il 18% dei lettori sceglie le proprie letture sulla base di interazioni con le community.
Dal corso sui bookinfluencer organizzato dall'AIE il maggio scorso, sintomo esso stesso del fatto che, nonostante l'atteggiamento esclusivo di molti addetti ai lavori, i blogger vanno presi in considerazione, emerge una dinamica di questo tipo: l'editoria e i librai, compreso l'orpello della critica ad essi connesso, guardano in maniera critica e prudente il mondo dei bookblogger che d’altra parte invece vogliono avvicinarsi e collaborare con le vecchie professioni, dichiarando che sono in prima linea sullo stesso fronte, quello impegnato a sospingere la lettura in Italia.
Un buon bookblogger, come sostiene Giulia Ciarapica concitatamente su Il foglio*, scrive recensioni senza lasciarsi influenzare dai compensi delle case editrici che cercano di promuovere questo o quel romanzo, e nemmeno per continuare a leggere libri gratis (quelli che gli forniscono le case editrici con ovvi intenti di ritorno). Questo lavoro è contraddistinto, almeno da chi lo svolge con impegno e serietà, da un'etica. Che comprende anche le stroncature.
Ma, a differenza della critica letteraria che scrive sulla carta e non concepisce alcun tipo di interazione col lettore, gli amanti dei libri 'dal basso' che postano su Instagram vogliono abbattere questa distanza e si propongono, con un linguaggio divertente e scanzonato, di 'istigare' alla lettura e avvicinare anche i giovanissimi. In soldoni, si prendono un altro territorio, non concorrenziale e del tutto compatibile con il mercato del libro standard, tant'è che invitano i propri follower ad acquistare rigorosamente in libreria.
Un connubio insomma che se venisse avvalorato, anziché contrastato potrebbe rappresentare un vero fronte comune e innovativo per la promozione della lettura.