Oltre al consueto dibattito, trito e ritrito negli anni da esperti e scrittori, da Giuseppe Petronio a Tzvetan Todorov, da Siegfried Kracauer al drammaturgo Bertolt Brecht, sul riconoscimento del giallo come genere letterario, ci sono ben altre questioni che il giallo (o poliziesco o noir) ha gettato nel dibattito moderno letterario. Fra tutte, una più succulenta di altre: da che cosa dipende il suo successo?
L'attribuzione al lettore di un ruolo fondamentale nella comprensione dell'opera? Oppure il duplice coinvolgimento del lettore, che, seppur consapevole che si tratti di una realtà immaginata, stenta a riconoscergli uno status di finzione, nel momento stesso in cui tenta di risolverne l'arcano? O, al tempo stesso, il potere che la trama opera nella mente di chi legge, liberandone la fantasia? Un'altra teoria arriva da Jaques Lacan, che ritiene che un vero atto di lettura sia un intreccio di rigore, pathos e sospetto e quest'ultimo, fra gli altri, è quello che più solletica il lettore: il sospetto su di sé, nel vagliare le ipotesi dei possibili sospettati, il sospetto, dunque, sulle proprie qualità morali e intellettuali.
“Sarò in grado di scovare il male là dove si nasconde?”, si domanda il lettore di gialli perfetto, che così facendo rivaleggia con l'autore che ha ideato la trama, traendo piacere ben più dalla ricerca delle piste che lo hanno portato alla scoperta del colpevole che non dal sapere puro e semplice chi egli sia. Umberto Eco ritiene che il grande 'non detto' che riemerge dall'opera del giallista sia lo stress interpretativo a cui è sottoposto il lettore, potenzialmente indirizzato a un inevitabile dileguamento dell'essere secondario a una sorta di crisi d'identità. Hans Tuzzi, infine, suggerisce: se, citando Henry James, l'arte è suscitare un mistero al quale non si può dare spiegazione, il paradosso del giallo è che a questo mistero esso deve dare una spiegazione.
Vogliamo proporvi, in occasione dell'uscita del volume di Stefania Fabri Brividi e delitti in biblioteca, Milano, Editrice bibliografica, 2020, da cui sono tratte queste righe introduttive, una carrellata di classici gialli ripubblicati nei primi mesi dell'anno che è sempre bene avere in biblioteca.